Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
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storia fiorentina. ,
[1530Jchè lasciato gli statichi volterrani al commessario Pieradoardo Giachinotti, e raccomandatali con efficacissime parole ed efficacissimi preghi la città, gli lasciò per guardia il signor Mattia da Varano di Camerino, il capitano Michele da Montopoli, Betto Rinuccini e Musacchino da Musacchio co' suoi cavalli, e la domenica sera uscì di Pisa a tre ore di notte per la Porta a Lucca; e nel ragionare che fece a' soldati, non negò il pericolo al quale si mettevano essere grandissimo, ma gli empiè di speranza di poterlo o doverlo superare, e gli caricò di promesse, superato che l'avessono.
CXVII. Il giorno seguente, che fu il primo d'agosto, camminando per quello di Lucca, e valicato il ponte a Squarcia-bocconi, arrivò verso la sera sotto Pescia a due miglia, e vicino a Collodi a' Pesciatini mandò a chiedere passo e vettovaglia; l'una e 1' altra cosa gli fu ( scusandosi che non potevano far altro) dinegata, onde se n' andò a Medicina castello de' Lucchesi, e quivi alloggiò, donde partito a grandissima ora, e disegnando volersi condurre per la volta delle montagne al Montale, fece sembiante di prendere la strada che mena a Pistoia, e si gettò al cammino di Caiamecca, dove si fermò la notte, e la mattina, che fu il di di Santo Stefano, e l'ultimo giorno della sua vita, giunto che fu sopra il monte delle Lari,1 non pigliò la via buona, ma ingannato dalle guide per la cagione che si dirà, scese a San Marcello, il quale, perchè era della parte panciatica, fu a riquisizione de' Cancellieri, mortivi dentro alquanti uomini i quali non erano stati a tempo a fuggirsi, crudelissimamente arso e quasi disfatto. In quel luogo, perchè i soldati, oltra la stanchezza, erano, per una grossissima pioggia eh'era repentinamente venuta, tutti fraci-di, si riposò alquanto, e volle che si cibassero, per andarsene poi difilato a Gavinana, terra della fazione cancelliera assai quivi vicina e da Pistoia meno di dieci miglia lontana, anco-
4 Le Lari sodo od villaggio della montagna Pistoiese. Nelle passate stampe il nome di questo luogo essendo scritto colla l bassa , fn cagione che il Botta, il Grassi, e ultimamente il Gherardini cadessero nell'errore di credere che Lari significasse la estrema sommità delle montagne donde si partono le acque, e scendono per gli opposti fianchi di esse. Vedi nna Lezione dei prof. G. Arcangeli nel voi. II delle sue Opere dove si corregge questo ed altri errori delle stampe.
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