Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      mazzi un uomo morto) che finissero d'ammazzarlo, o non conoscendo, o non curando l'infinita infamia che di cosi barbaro e atroce misfatto perpetuamente seguire gli doveva. Il signor Giampagolo gli pagō quattromila ducati di taglia, e fu liberato. Il signor Amico d'Arsoli, il quale aveva quel giorno con senno senile e forze giovenili fatto prove maravigliose, fu comprato dal signor Marzio Colonna secento ducati da coloro che l'avevano prigione, e ammazzato di sua mano; atto per mio giudicio tale, che i Romani antichi non ne fecero alcun mai in tutte le guerre loro nč si bello nč sė lodevole, che questo non fusse pių brutto e pių biasimevole : e come la cagione che allegava poi Fabbrizio in escusazione della sua efferata inumanitā, trovata piuttosto da altri che da lui, era pių verisimile che vera, cosi quella che s'allegava in difesa del signor Marzio, che l'Arsoli aveva morto in battaglia Sci-pion Colonna suo cugino, nollo scagiona nč gli toglie la macchia dell'infamia; nč l'usanza de'moderni Romani puō fare che quello che č crudele e vituperoso, non sia vituperoso e crudele. Il Poliedro essendo venuto nelle mani degli Stradiotti della sua nazione.medesima, si riscattō a buona guerra. Bernardo Strozzi, giovane animosissimo, ma degno del suo soprannome,1 essendo ferito in uno stinco, d'archibuso, fu da Giovanni di Mariotto Cellesi (il quale s'era partito a posta da Pistoia per ammazzarlo) riscattato mille scudi e fatto medicare, non come nimico suo, ma come suo amicissimo diligentemente nelle sue proprie case: cortesia veramente da non dovere mai essere nč sdimenticata da chi la ricevette, nč taciuta da chi la intese. Furono desiderati in questo conflitto, il quale durō da diciannove ore infino passate le ventidue, tra dell'una parte e dell'altra, d'intorno a dumila uomini. I feriti furono in grandissimo numero, de'quali ne morirono assai, perchč quasi tutti avevano pių ferite in diversi luoghi ; e tra questi fu Giuliano Frescobaldi molto lodato e molto adoperato dal Ferruccio, il qual carico d'archibusate e di piccate fu portato a Prato, e quivi, Contento di morire per servigio della patria, spirō; il che fecero molti altri, i quali meritarono tutti
      * Era detto il Cattivanza. v Ancin. — 2. 30


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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