Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
[1530]libro undecimo.
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sone nostre conveniente partito. Per non trovarne in detta rovina, essèndo stati con vostre Signorie tutti gli debiti mezzi per la preservazione di questa città per noi usati, che possibile stato sia, nè avendo mai potuto farle capaci della ragione, nè potendo altro farne, siamo costretti a questo; e poi vostre Signorie seguiranno ciò che gli parrà di questa città. Ma bene ne duole che gli nostri pareri e discorsi non gli potiamo fare intendere nel vostro general Consiglio, il quale è capo e signore della città; nè per noi s' è mancato, come nelle nostre appare, desiderare eh' esso Consiglio l'intendesse, e se-condochè in esso fusse stato ottenuto, così noi saremmo stati conformi; restando certissimi, che a qualunque del mondo, e a qualsivoglia uomo di guerra o non di guerra, alle mani delli quali perveniranno le presenti nostre e le passate, daranno intero giudizio, quali siano stati gli animi, l'amore e la fede verso questa città; e perchè il tempo fugge, vostre Signorie faranno subita resoluzione, acciocché possiamo parimente subito risolvere.
Addi 8 d'agosto nel 30.
Servitore Malatesta Baglione.
Servitore Stefano Colonna.
CXXVII. Letto non senza grande indignazione una e un'altra volta questo protesto, furono i Signori certi affatto di quello che ornai non dubitavano, o non dovevano dubitare punto ; e perchè gli animi generosi vogliono andarne da sè e non esser menati da altri, e la disperazione può molte volte negli uomini risoluti quanto la speranza, e più; ragunato il Consiglio e la Pratica, s'accordarono a dargli quella licenza e risoluzione eh' egli con tanta fretta chiedeva bene, ma non già voleva, nè credeva d'averla; mossi a ciò da due ragioni principalissime, molto più tosto ragionevoli che verisimili: l'una, perchè pensavano che i cittadini, licenziato Malatesta, non dovessono più concorrere a far capo a lui, come facevano già molti ancora de'popolani; l'altra, che avendo i soldati cosi di fresco e tanto solennemente giurato di non aver mai a riconoscere altro padrone che i Fiorentini, non fussono per abbandonargli, eziandio se Malatesta si partisse, anzi a disporsi d'uscir fuora con esso loro e menar le mani ;
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