Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
33-2 storia fiorentina. [1530]e per vero dire da i Còrsi e Perugini in fuora, i quali facevano a vicenda di di le guardie, e di notte le sentinelle d'intorno alla casa di Malatesta, tutti gli altri stavano a ubbidienza, e desideravano di far giornata, e massimamente Ivo e gli altri capitani fiorentini, i quali s'erano profferti più volte che volevano essere i primi a dar dentro. Fatto dunque i signori Dieci un solennissimo partito, ma pieno di lusinghe e di bugie, gliele mandarono per Andreuolo Niccolini e Francesco Zati amendue commessari, con due mazzieri innanzi, e ser Paolo da Catignano dietro, il quale ne facesse pubblica fede e testimonianza; ma egli che sapeva di già quello che in esso si conteneva, come Andreuolo cominciò ad aprire la bocca, cosi messe mano a un pugnale, e gli tirò presto presto parecchi pugnalate con tanta collera, che, se non che i colpi erano per la debolezza sua senza colpo, e non lo incarnavano bene, o se pure le sue lance spezzate non gliele toglievano dinanzi cosi guasto e malconcio, egli senz' alcun dubbio arebbe fornito d'ucciderlo. Il romore si levò grande per tutta la casa e la vicinanza, fulminando Malatesta tuttavia; e a Francesco Zati, il qual veduto il caso del collega, gittatosegli a' piedi gli chiedeva la vita per Dio, rispose tutto sdegnoso : lo non voleva te, ma quel tristaccio del Carduccio; il qual Carduccio, non tanto perchè temesse d'una scelleratezza cosi grande, quanto perchè era astuto quanto lui, e sapeva d'essergl' in urto infino quando era gonfaloniere, non aveva voluto andarvi. Le parole formali del partito furon queste:
Addì 8 d'agosto io30.
Considerato gli spettabili signori Dieci di libertà e pace della Repubblica fiorentina quanto virtuosamente e prudente-metile l'illustrissimo signor Malatesta Buglioni, generale capitano di questo eccelso dominio, si sia adoperato nelle difese della città di Firenze, e quella sino al presente di abbia colla sua virtù e prudenza da due potentissimi eserciti difesa e mantenuta; tantoché non solo la persona di sua illustrissima Signoria, ma tutta questa città in ogni evento ne resta gloriosissima; ed essendo questa Repubblica risoluta a voler colle forze e combattendo tentare l' ultima sua fortuna; il chea-
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