Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
[1530-1531] libro dodicesimo. 375
VIII. ltem, che il conte Sforza da Scarpeto s'intenda e sia in virtù della presente capitolazione, con tutti i suoi parenti, amici e seguaci ribandito e restituito a tutti i loro beni, non ostante alcuna costituzione in contrario.
IX. Item, che sia osservato al signor Malatesta quanto gli fu promesso in nome di nostro Signore dal vescovo di Faenza e da Ieronimo Meniconi, e dal principe d'Oranges gli fu poi promesso di confermare, fare attendere e osservare quanto dagli soprascritti fosse promesso in nome di Sua Santità; cioè Nocera colto valle Topina, Bevagna, Lumigiana, Castello-bono col titolo di duca, Rota Castegli, e la metà di Chiusi libero, e un vescovado con benefica d'otto o diecemila scudi d'entrata l'anno per lo nipote, e la figliuola del duca di Camerino per Ridolfo suo figliuolo, e assettare le differenze degli castelli con gli Orvietani.
Questi capitoli furono letti in molti luoghi pubblicamente, e tra gli altri in Vinegia nel consiglio de'Pregadi, non senza maraviglia e indegnazione di que'Padri; e messer Marco Dandolo, dimandato neir uscire dall' ambasciadore del duca d'Urbino, se Malatesta aveva fatto tradimento, rispose queste parole : Egli ha venduto quel popolo e quella città e il sangue di que'poveri cittadini a oncia a oncia, e messosi un cappello del maggior traditore del mondo.
Lettera dell' illustrissimo signor don Ferrante Gonzaga all'illustrissimo signor don Federigo duca di Mantova suo fratello, data dall'esercito cesareo sotto Firenze alli Ì5 di luglio Ì530.1
Per dar parte all' Eccellenza Vostra del successo delle cose di qua; questi giorni passali nacque certo maneggio d'accor-* do, il quale fin a quesf ora s'era ristretto di sòrte, che tenevamo per cosa certa che el dovesse seguire ad effetto; del che è poi successo il contrario; chè pur oggi la pratica s'è rotta in tutto, di sorte che avemo perso ogni speranza di venire più
* Queste tre lettere farono pubblicate in tntta la loro integrità, insiemo con altro due del medesimo don Ferrante, dal sig. Eugenio Albóri in un volume intitolato : L' Attedio di Firenze illustrato con inediti documenti. Firenze -IMO, in-8o.
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