Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
414 storia fiorentina. ,_1530]guaci loro: e con tutto questo, si ritrovano al presente di coloro, i quali hanno o l'animo così efferato, o la lingua tanto adulatrice, o la mano cotanto ingorda, che lontanissimi cosi da ogni umanità, come da ogni verità, scrissono nelle Storie loro, che papa Clemente troppo temperato in tutte le sue azioni, parendogli che fosse uficio della riputazione e pietà sua mantenere il nome il quale s'aveva preso, usando moderata vendetta, fu contento della pena di pochissimi. Del che tanto più si dovrà o maravigliare o stomacare chiunche sa-perrà, che la volontà di Clemente era, che per più tempo ad ogni mano d'Otto si seguitasse di confinarne degli altri ; ma le grida che si sentivano per tutta Italia e fuori, non senza grandissimo carico di don Ferrante, giunsero all'orecchie di Cesare, e questo cagionò, che in confinando non si procedette più oltra; che se ciò stato non fosse, si tiene per cosa chiara, che questa proscrizione arebbe all'avvenante, se non agguagliato l'antica romana de'triumviri, certo avanzato la fiorentina del 1434.
XXVII. Io non truovo che altri raccomandasse la città al papa o a parole, o con iscritture, come pare verisimile; solo Girolamo Benivieni, confidatosi o nella vecchiezza, alla quale si possono ben fare di gran mali, ma non lunghi, o nella bontà sua, alla quale si può ben far danno, ma non paura, o nella familiarità ch'ebbe con lui assai domestica quando era cardinale, scrisse a Sua Santità una lunghissima lettera, nella quale s'ingegnava molto familiarmente e alla libera persuaderle due cose: una conveniente all'amorevolezza d'un buon cittadino verso la patria sua, e questa era, che Sua Beatitudine, allora che ne aveva il potere, volesse dare alla città una forma di reggimento laudabile, secondochò gli aveva già ragionato in Firenze, e degna della sapienza e clemenza di lei ; r altra conveniente alla credulità d'un semplicissimo cristiano, e questa era, ch'ella tenesse per fermo il Frate essere stato uomo santissimo, e veracissimo profeta, conciofos-sechè tutte le cose da lui predette, s'erano di già in gran parte adempite, e l'altre s'andrebbono verificando tosto di mano in mano.1 La prima delle quali cose, come hanno scritto
1 Vedi aopra a pag. 560 la nota.
| |
Storie Clemente Clemente Otto Italia Ferrante Cesare Girolamo Benivieni Sua Santità Sua Beatitudine Firenze Frate
|