Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
[1530-1531] libro dodicesimo. 429
gola di chi affoga, scusandosi, questo non essere stato mai nè suo motivo nè suo intendimento. Per queste e altre cagioni giudicava l'imperadore necessario che si creasse un capo, il quale in sua vece (quando non fosse presente egli) amministrasse le bisogne, e provvedesse all' occorrenze dell' imperio; e questo capo voler essere uomo che non dormisse al fuoco, ma vigilante, industrioso, di grand'animo, d'eccellente ingegno, amatore della pace, esercitato nella guerra, pratico ne' maneggi delle cose grandi; soggiugnendo di non conoscer alcuno che più tutte quelle parti avesse che Ferdinando suo fratello re della Boemia e dell'Ungheria, i quali regni erano come muri e quasi bastioni opposti alla potenza e alle forze de'Turchi, per la salvezza prima della Germania, poi di tutta la Cristianità. E con tutto dicesse il vero; perchè Ferdinando, nel quale era una reale ed eccessiva bontà, amava grandissimamente di stare in pace, e quando bisognava, non temeva punto di far la guerra ; nondimeno i Protestanti, e più degli altri il Sassone e '1 langravio, dicevano non esser ragionevole che la Germania avesse in un tempo medesimo due signori. Questo esser contra il giuramento fatto da Sua Maestà nella sua creazione, di dovere osservare sempre la Bolla d'oro, e di mai non contravvenire alla legge di Carlo IV (che da questo si chiamava Carolina); esser contra la ragione dell'Imperio, contra la libertà della Lamagna, è fuori dell'usanza degl'imperadori, che, vivendone uno, se ne creasse un altro; la qual cosa nè eglino nè i popoli della Germania erano mai per comportare. Ma Carlo, il quale conosceva le forze sue, e voleva tutto quello che egli voleva, fidandosi in su gli esempi degl' imperadori antichi, operò sì, che agli cinque di gennaio fu Ferdinando eletto e pronunziato re de'Romani; e agli undici, nonostante la protestazione de'Protestanti, presente Carlo, coronato in Aquisgrana secondo il costume antico con solenni ssima pompa.
XXXIX. Il re Francesco, poiché finalmente ebbe riauto i figliuoli, e celebrato le nozze colla regina Leonora, donna degna della grandezza e splendore de'suoi maggiori, con magnificenza più che reale, e con incredibile allegrezza e festa di tutti i popoli, attendeva a far riformare le città e far ri-
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