Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
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storia fiorentina. [1530-1531]vedere i conti a' suoi tesorieri ; onde molti de' ministri, i quali avevano frodolentemente maneggiato i danari regii, furono severissimamente, ma giustissimamente puniti. La qual cosa, come gli arrecò utilità non piccola, così gli apportò grandissima gloria T aver egli introdotto con maravigliosa liberalità e diligenza nel suo regno, oltra le buone lettere, cosi greche come latine, le matematiche e tutte l'altre scienze, conducendo di tutti i luoghi con grossissimi salari tutti coloro, i quali avevano nome d'essere o dotti o eloquenti ; il qual esemplo fu a tanti, ed è ancora oggi di tanto bene cagione, per gli uomini grandi che ne sono usciti e n' escono tutto il giorno in tutte le facoltà, che non solo i letterati, ma le lettere gli do-verranno restane, per mio avviso, perpetuamente obbligate; e tanto più che egli, il quale scriveva leggiadramente in versi non pure francescamente, ma toscanamente, fu cagione che la lingua franzese molto si ripulisse e ringentilisse da quello che era, ed era tuttavia non meno pulita e gentile che breve ed arguta, e che la toscana in luogo d'esservi dispregiata, come prima, vi fosse in non poco pregio e onore; e nondimeno non mancò chi secondo la sentenza di Catone, il quale scacciò i filosofi d'Italia, lo biasimasse e riprendesse, dicendo che i popoli della Francia erano divenuti molli ed effemminati pur troppo.
XL. Era questo re di tanta capacità e velocità d'ingegno, che in quel tempo medesimo nel quale ordinava e faceva eseguire tutte queste cose, ancoraché non tralasciasse i piaceri nè della caccia nè de'balli nè degli amori, ne' quali era più tosto profondato che immerso, dava luogo nel suo cuore a pensieri gravissimi ; perciocché lo sdegno e l'emulazione ch'egli aveva, oltra ogni credere, con Carlo V, benché lo dissimulasse, nollo lasciava dormire in pace, e troppo bene si conosceva, che parendogli aver mal fatto, aspettava tempo e occa-siene di rompere la pace : la quale gli porgeva nascosamente Enrigo re d'Inghilterra, sdegnato collo imperadore, perchè egli, difendendo la giustissima causa della zia, impediva, in tutti que'modi che poteva, il divorzio; e di consentimento del medesimo re teneva pratiche continue non solamente nella Germania cogli Stati e principi, parte nimici, e parte sospetti
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