Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
[1530] libro dodicesimo. ' 433
magistrati; nè dava noia che avessono fornito l'uffizio, perciocché quanto all' atto del potere intervenire a rendere il partito nello squittino, rimanevano arroti alla Balia, la quale creava le leggi, deliberava le provvisioni, eleggeva gli uffizi e magistrati ; ma fornito lo squittino, gli ufici si traevano a sorte, come s'è detto, e i magistrati s'eleggevano nella Balia, come innanzi al venzette. E prima che si désse principio allo squittino, s'era per sei uomini eletti dalla Balia, riformata la Mercatanzia con nuova rimborsazione de' sei, e rinovata la borsa de' Ricorsi : il che fatto, si riformarono ancora 1' arti per uomini eletti pur dalla Balia, sei per ciascuna dell' arti.
XLIII. In questo tempo il cardinale Ippolito avendo compreso da sè, e inteso per relazione d'altri, papa Clemente aver deliberato, che la ricchezza e grandezza della casa de' Medici si continuasse in Alessandro figliuolo di Lorenzo, e non in lui figliuolo di Giuliano, s'alterò stranamente, e ne prese sdegno e dispiacere incredibile, parendogli, che per lo esser egli, e maggiore di tempo, e più propinquo parente del papa, e per l'altre qualità, s'aspettasse a lui e non ad Alessandro cosi alta successione e tanto onorato maritaggio ; non sappiendo per avventura, o non credendo quello che segretamente si bucinava, cioè Alessandro esser figliuolo di Clemente. Consigliato dunque (se è vero quello che si disse) da messer Gabriello Cesano da Pisa dottor di leggi, ma che faceva professione di conoscere ognuno, e di sapere tutte le cose, e, quello che è più, trovava chi gliele credeva; deliberò di voler far prova d'occupare lo stato di Firenze innanzi che Alessandro si partisse di Fiandra dall' imperadore : e montato in poste, senza saputa del papa, se ne veniva a sproni battuti alla volta di Firenze. Ma prima eh' egli vi arrivasse, aveva 1' arcivescovo di Capova saputa la sua venuta per un cavallaro spacciatogli dal papa con grandissima fretta, il quale gli entrò innanzi, mentrechè egli stracco del correre le poste si riposava dormendo in sull' osteria, non si ricordando del proverbio, il quale è verissimo : Chi vuol fare non dorma. Dopo il corriere, mandò il papa, che sentiva di questo caso noia infinita, Baccio Valori per istaffetta a Firenze, perchè ne lo rimenasse in dietro quanto prima, col promettergli che il papa tutto quelloVABCHI. — 2. 37
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