Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
43g storia fiorentina. ,_1530]quando si doleva col papa di queste cose, Clemente gli rispondeva, che non era atto a ponere il freno e fare stare a segno un cervello eteroclito e cosi balzano, come era quello del cardinale. Il perchè, stando Malatesta in continuo sospetto e timore de' casi suoi, quando senti il movimento del cardinale, che si doveva far gente, dubitò che sotto non vi fosse materia; e temendo di sè, cominciò a prepararsi frettolosamente alla difesa, e ne fece scrivere in un tratto con grandissima celerità a Roma e a Firenze ; la qual cosa non giovò punto all' intendimento del cardinale ; per lo che postogli maggior odio, lo tenne sempre in pensieri e travagliato tanto, eh' egli infastidito dall'importunità e insolenza de'Perugini, i quali mai lo lasciavano riposare, secondochè afferma maestro Lu-calberto Podiano Perugino nella Vita eh' egli scrisse in latino del signor Malatesta, nel modo che gli parve, si ritirò in una sua villa, la quale più per passare il dolore che il tempo, faceva fabbricare, e quivi mal disposto del corpo, e peggio dell' animo, agli ventisei di dicembre, non avendo ancor fornito il quarantesimo anno, forni la vita, e lasciò in gran segreto e con severissimo comandamento a Leon Ridolfo suo figliuolo (che così ebbe nome al battesimo), che mai non dovesse servir repubbliche.
XLVI. A' molti e non piccoli dispiaceri di Clemente se n' aggiunse in questo tempo uno grandissimo, quasi non volessero i cieli ch'egli alcuna godesse delle sue felicità; il quale fu questo. Aveva il papa creduto sempre che l'imperadore dovesse o lasciare spirare il compromesso senza lodare, siccome promesso gli aveva, o lodando, lodare in suo favore e della Chiesa; e perciò sollecitava il vescovo di Vasona, suo nunzio, che sollecitasse l'imperadore a sentenziare. L'imperadore aveva rimesso la causa al consiglio de' suoi dottori. I dottori, secondo l'usanza pessima d' oggidì, mandavano la cosa in lungo, e attendevano a far disaminare ogni giorno molti testimoni, e scrivere lunghissimi processi. E perchè il duca di Ferrara aveva per ottener la sentenza presentato, secondochè affermava il papa, innumerabile somma di pecunia, davano ad intendere al vescovo, che la sentenza, ogni volta che si giudicasse, verrebbe in favore del papa: e ciò facevano
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