Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
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storia fiorentina.
,_1530]si fecero esecuzioni tanto terribili, che gli uomini non ardivano di tenere in casa non che gorbie, o tozzi, o capaguti,o altri ferri somiglianti, ma nè ancora bastoni, o mazze appuntate, per tema che non fossero giudicate per picche; e s'av«va cura infìno alle secchie de'pozzi, che non fussero di forma straordinaria, acciò non fossero prese per celatoni. Nè sia alcuno il quale pensi che io accresca queste cose a uso d'oratore, perchè, oltra che la Storia ciò non comporta, io non iscrivo cose tanto vecchie, che non siano in Firenze le migliaia non solo d'uomini, ma di donne, i quali e le quali,come quelli e quelle che a loro toccava, non se ne ricordino ottimamente.
LI. A queste tante e così fatte miserie s'aggiugneva la peste; imperocché i lanzi di San Donato in Polverosa, avanti che dileggiassero per entrare alla guardia di Firenze, mandarono un bando, che chiunche volesse, potesse sicuramente andar nel campo loro a comperare bagaglie e loro arnesi che volevano vendere; e perchè mantenevano leanza a chi v' andasse, solo che non si sciorinassono, e traviassero dalla strada maestra, vi andò quasi tutto Firenze: onde nacque, che la peste, della quale in loro, che non ne fanno molto caso, è sempre qualche sprazzo,1 s'appiccò in Firenze, e andò covando, morendone sempre qualcuno, tutto l'autunno, e tutta l'invernata dell'anno trenta; ma nel principio della primavera dell'anno trentuno si scoperse e augumentò di tal maniera, che i Yiniziani, i quali come prudentissimi ne tengono diligentissima cura, sbandirono Firenze con bandi pubblici, e in Firenze, dove se ne fa grandissima guardia, si crearono per non lasciarla pigliar piede gli uficiali della sanità, i quali furono: Iacopo di Piero Guicciardini, Giovanni di Bernardo Covoni, Giovanfrancesco d'Antonio de'Nobili, Domenico di Girolamo Morelli e Bernardo di-Francesco del Tovaglia.
LII. Il papa in questo tempo, o per l'andata del cardinale Ippolito a Firenze, o per altra sospezione, cominciò a sollecitare e a far sollecitare più dell'ordinario l'imperadore; il quale, senzachè se ne sapesse la cagione vera, sebbene se
1 II MS. P. spruzzo.
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