Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
444 storia fiorentina. ,_1530]gli altri, e in nome di tutta la Repubblica, rivòltosi al Mussatola e avendo la Bolla imperiale in mano, disse cotali, o somiglianti parole :
Che ringraziava sommamente e con tutto il cuore la maestà di Dio, e in nome suo e di tutto il popolo fiorentino rendeva umilmente a quella di Carlo V imperadore infinite grazie; il qual popolo fiorentino era sempre stato, quando era stato di sua potestà, divotissimo alla cesarea Maestà, e sempre sarebbe, poiché gran bontà e mercè di lei, era suto non pur liberato dalla fame e dal sacco, salvata agli uomini la vita e la roba, e alle donne V onore, ma aveva ancora riaula la sua cara e dolcissima libertà, e il suo dominio, e, quello che era il tutto, Sua Maestà aver dato loro un capo, del quale tutte le membra, non solo ne resterébbono contente, ma se ne rifarebbono, e cosi fatto medico, che non solo sanerà le antiche malattie e le nuove piaghe di quella Repubblica, ma procurerà che non ne nascano più. Onde la memoria di quel giorno, nel quale s'era dato principio a un felicissimo e perpetuo Stato, doverrà esser perpetua e felicissima sempre, e perciò rimar nere tutti non meno soddisfatti della buona volontà di Cesare, che ubbligati eternalmente al suo divino e perfetto giudizio; e che egli ne'nomi sopraddetti riceveva e accettava volentieri e con allegrissimo cuore l'illustrissimo ed eccellentissimo signor duca Alessandro quivi presente, udente ed accettante a tutto quello che Sua molto magnifica ed eccellente Signoria aveva in nome dell'imperadore detto e comandato, conforme a quanto nella bolla e privilegio imperiale si conteneva ; e per tale prometteva sinceramente all'uno e all' altro di loro, che terreb-bono sempre Sua Eccellenza illustrissima, e tutti i legittimi figliuoli ed eredi e successori suoi, e mai non contravverréb-bono a cosa nessuna che in detta bolla e decreto si contenesse, anzi l'osserverebbero inviolabilmente tutti, rinunciando a qualunque legge o statuto che in qualunche modo e per qualunche cagione, o direttamente o indirettamente disponesse altri-mente.
LV. Queste parole dette, i proposti di ciascun magistrato si rizzarono da' loro gradi a uno a uno, ed in vece di tutto l'Uflcio andarono ad accettare e prometter l'osservanza, toc-
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