Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
448 storia fiorentina. ,_1530]la città di Firenze e tutta la cittadinanza della Repubblica fiorentina, non le bastando d'aver ringraziato per lettere Sua Maestà, volevano ancora ringraziarla a bocca del grandissimo beneficio conceduto loro da lei nel dare per capo alla Repubblica fiorentina cosi segnalata persona ; e con questa occasione entrassono nelle lode del duca Alessandro, e mo-strassono quanto si soddisfacevano del suo buon governo, e come l'arebbono sempre, si per gli ottimi portamenti suoi, e sì per cagione di Sua Cesarea Maestà, in grandissima osservanza e venerazione ; e di quivi saltassino a biasimare e avvilire lo stato popolare, come quello il quale aveva odiato sempre e tenuto a sospetto la grandezza ed esaltazione degl'imperadori in Italia, e lodassono edesaltassono quello de' Medici, il quale per lo contrario aveva aggradito sempre ed aggrandito tutti gli accrescimenti dell' Imperio ; e sebbene essi sapevano che Cesare sapeva ciò non esser vero, e che egli non era uomo da doversegli gettare la polvere negli occhi, nondimeno a loro bastava (secondo il costume di chi governa gli Stati) trarre in arcata, e cercare eziandio con bugie manifeste di pervenire allo 'ntento loro. Tre giorni di poi fu fatto dagli otto di Pratica per ordine del papa (senza il quale in Firenze non si faceva cosa nessuna) oratore a Sua Santità Benedetto Buondelmonte. Era Benedetto persona inquieta, ma sagace, e tutto della casa de' Medici ; onde il papa, avendo nell' animo quello eh' egli aveva delle cose di Firenze, faceva pensiero di volersene, come di persona confidentissima, servire.
LXI. Alla fine di febbraio la tavola dell' Impruneta, la quale s'era riportata a'diciotto d'ottobre, si fece venire in Firenze, non perchè non piovesse, come suole il più delle volte, ma perchè piovesse; e la mattina ch' ella entrò, trasse in sul far del giorno un grandissimo tremoto, ed il giorno di poi eh' ella fu partita, ne venne dintorno alle ventitré ore un altro.
Di questo medesimo mese si vinse per la Balia, che non ostante consuetudine o legge alcuna, qualunche magistrato (fuori solamente la Signoria) potesse per innanzi essere richiesto, citato e tocco, ma non già preso, e che chi fosse con
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