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il nucleo dell'Italia. Artista dunque, scrittore e politico, fu sempre onore della sua stirpe e della nostra nazione. Le fatiche però della mente e del corpo l'ebbero sì logorato, che più da ultimo non attendeva che ai diletti dell' arte ed alle cure della famiglia : ma all' una e all' altra mancava il 15 gennaio 1866. Lasciò, morendo, i due volumi de* Ricordi, e più di 300 lettere alla seconda sua moglie Luisa Blondel, ne' quali scritti risplende il perfetto cavaliere e il degno figlio d'Italia.
3. Baretti Giuseppe. — Questi pure fu torinese, e nacque il 25 d' aprile del 1719. All' età di sedici anni si partì dalla paterna casa, e fu accolto da uno zio in Guastalla, e quivi entrò scrivano in un fondaco, ed ebbe agio di applicar V animo alla buona letteratura. Fu poi custode dei magazzini militari a Cuneo; e terminate colà le fortificazioni, andò errante per l'Italia a cercar pane; indi, con pochi risparmi' si condusse a Londra. Quivi facendo scuola di lingua italiana, ebbe di che vivere senza sospiri. Dopo nove anni di soggiorno in Inghilterra, venne a Milano nel 1760, e vi pubblicò le Lettere narrative de' suoi viaggi: indi si recò a Venezia, ove diede principio alla famosa Frusta Letteraria sotto il bizzarro nome di Aristarco Scan-nabue. Le brighe che gli apportò questo Periodico critico-letterario, lo fecer risolvere di ritornare al Tamigi, dove passò gli estremi anni