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Corrispondenza familiare femminile
fatta su buoni scrittori italiani
compilata da Salvatore Muzzi
Zanichelli Bologna, 1871, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   in tutti gli studi cui pose opera; fin nella sfera, che gli fu insegnata dall' immortale Galileo. Clemente Vili, lo volle a Roma, e lo dichiarò suo cameriere segreto: Paolo V. lo nomò Referendario; e nel 1607 mandollo in Fiandra, Nunzio Apostolico. Ritornato a Roma nel 1616, fu tosto spedito Nunzio alla Corte di Francia: indi Gregorio XV. nel 1621 gli mandò il cappello di cardinale. Principi secolari e religiosi gareggiarono per dargli onori, ne' quali durò sino alla morte, che colpillo in Roma nei 1644 mentr'era in conclave. Le sue Relazioni diplomatiche, e la Storia della Guerra di Fiandra lo mostrano scrittor leggiadro, benché talvolta peritoso. Così ne sentenzia il Gravina.
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   6. Boccaccio Giovanni. — Ecco il re dei prosatori del secolo XIV. Egli nacque a Parigi nel 1313, da Boccaccio da Certaldo e da una giovane fraiMese. In tenera età fu portato a Firenze, dove^^Ujadre, a\tese alla mercatura, che poi lasciò®^^krsi alle lettere greche- e latine. DimorfflPffgo tempo in Napoli, dove scrisse la maggior parte delle sue opere. Fra queste sono celebri le cento novelle del Decamerone, o delle dieci giornate, le quali hanno merito di leggiadra favella, deturpata però dalla scelta degli argomenti poco onesti, e dalla costruzione del periodo soverchiamente alla latina. Un frate certosino gli fece rimprovero del suo scrivere licenzioso, talché fu in