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12. O e sari Antonio. — Questo Prete dell'Oratorio di S. Filippo Neri nacque in Verona il 16 gennaio del 1760; e fu tutto intento alla restaurazione delle buone lettere italiane, che a'tempi suoi erano sbandite dalle scuole, poiché Dante, Petrarca, il Boccaccio, e gli altri grandi maestri trovavansi posti in non cale. Ei venne chiamato, da Giulio Perticari, padre di ogni eleganza; e fu primo, o de'primi ad operare perchè la lingua nostra scaduta e infrancesata, rifiorisse e riprendesse la purezza ed eleganza nativa. Scrisse molte opere, nelle quali, se tu* ne togli alcune voci antiquate e pochi modi proverbiali fuori d'uso, è* tutto il fiore dell' italico idioma. Fra i tanti libri che abbiamo di lui, sono anche lettere elegantissime e spontanee. Scrisse la Vita di Gesù Cristo e quella di San Luigi Gonzaga: dettò Novelle e Dissertazioni pregevoli, sì pei mezzi adoperati e sì pel fine eh'ei si propose. Volgarizzò Terenzio e Gersenio; volse in italiano l'Epistolario di Cicerone; espose v Fatti degli Apostoli, mostrò le Bellezze di Dante. Morì il primo giorno d'ottobre del 1828, a Villa S. Michele fra Russi e Ravenna, nelle braccia dell' illustre amico suo Pellegrino Farini. E poiché fu tanto buono ed esemplare quanto studioso della eletta favella nostra; così di lui disse il Giordani: Antonio Cesari cogli scritti e colla vita sostenne la lingua d'Italia, la religione di Cristo.