12 cronaca. napoletana
hanno l'obbligo di rispettarlo, tanto più se con lamento, col cuore e con deliberata volontà di rispondere al mandato supplisce a ciò che come nato altrove non può aver mai: la piena ed esatta conoscenza dei veri bisogni del paese che non è suo e che egli rappresenta.
Io pongo la quistione sul campo della dignità da parte degli elettori. Nè solo in politica io la credo compromessa, ma anche in amministrazione.
I deputati al parlamento, come i consiglieri di un municipio e di una provincia, a me sembra che dovrebbero aver comuni con gli elettori la storia, le tradizioni, le abitudini, tutto: e ciò non solo per maggior utile del paese stesso, ma per dignità. Un paese che si fa rappresentare non dai propri concittadini, io penso che confessi di non aver tra loro chi sia degno di tanto, sì da doverne cercare in altre regioni d'Italia.
Che ciò sia avvenuto nei primi tempi del gran fatto italiano, non è a farne censura.
Che allora si sia voluto fare un pubblico omaggio a qualche grande eccezione, fu bella opera e tutti applaudimmo. Ma ora Io credo che non si abbia a proseguire oltre sulla stessa via. Avrò forse di quei che non converranno in questa mia opinione. Ne sono dolente, ma non cesserò di rispettare chi pensa in diverso modo. Aggiungo pure che nelle elezioni di qualunque specie non si abbiano a guardar più gii uomini che sieno unicamente politici. Di essi l'Italia non ha più quel bisogno che avea. Però i tanti loro già fatti sacrifizi, dei quali tutti dobbiamo sentire riconoscenza, non sono ancora compiti. Essi debbono farne un ultimo se veramente amano l'Italia : rinunziare alla vita della rappresentanza e cedere il cam-
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