Delle vivande e condimenti di Celio Apicio
APICII COELIILIBER I.
QUI EPIMELES DICITUR
CAPUT I.
Conditasi Paradoxum.
Conditi Paradoxi Compositio.
Mellis partes XV. in «eneum vai mitluntur, praemissìs vini sextariis duobu», ut ia coclur» mellis vinum decoquas: quoti igni lento, et ariti is lignis calefactum, commotum ferula dum co-quitur, si effervere caeperit, vini rore compesci-tur, praeter quod subtracto igni in se redit. Cum perfrixerit, rursus accendilur. Hoc secundoac ter-tio fiat. Ac tura demani remotum a loco postridie despumatur. Turn addcs piperis uncias IV. jam tritas, mastiche* scrupulos tres, (olii et croci dra-chruas singulas, dactylorura ossibus torridorum quinque, iisderaque daclylis vino mollitis, in ter-
capo 1.
CoKDITO (l) MlRABlLB.
Co31 POSIZIONE DLL CONDITO MIRABILE.
v ersa in vaso di bronzo quaranta once (a) di vino e quindici parti di mele, perchè cuocendo il mele il vino si scerai. Scalda a fuoco lento di legna ben secche e diguazza con bastoncello finché cuoce ; che se leva il bollore, spruzza vino e fermalo ; senzachè, a farlo posare, basta sottrargli il fuoco. Raffreddato che sia, riponilo al fuoco, e ciò per due e tre volte. Finalmente toltolo, nel dì vegnente lo schiuma. Quindi vi aggiungi quattro once di pepe (3) trito, tre scropoli di mastice (4), una dramma di malabatro (5) ed altrettanto di zafferano (6), cinque ossicelli torrefatti di dat-
(i) Condito, cioè via* condito,
(a) Nel ragguaglio Ira i pesi antichi ed i moderni, io mi sono sempre attenuto air opera del Beverini : Sjntagma de ponderibus et mensuris antiquorum, 8. Neapoli 1719.
(3) Piper nigrum, Linneo. In tutto il libro, appongo una sola volta, per non cadere in vane ripetizioni, la denominazione sistematica del Linneo sì agli animali che ai vegetabili mentovati dall' autoqp. Mi attengo soltanto al Linneo, senza aggiungere sinonimie posteriori, locchè mi sarebbe stato anche facile, perchè in quest' opera mi è paruto inutile erudizione. E d'altronde la nomenclatuia Linueana è, per cosi dire, volgare.
(4) La resina prodotta dalla pianta nominata dal Linneo Pistacia Lentiscus.
(5) Bene considerato ciò che dice Plinio intorno il Jolium, mi attengo al Bauhin : Pinajc 4. Basitene 1671,
e quindi ritengo che sieno le foglie della Cannella del Malabur, ossia del Laurus Cassia di Linneo. Il Mattioli, che spesso è critico assennato, in questo caso va tentennando, e crede il Jolium lo spiconardo, ina si è ingannato. Una peregrina definizione del Jolium, foglia, si trova nel Furlanetto. Ei dice : Folium, cioè gemma dell' albero. I naturalisti stupiranno, ma pure la è cosi.
(6) Crocus sativiis Liu.
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