Il libro della cucina del di Anonimo
Xchecché la cagione si fusse, a Bologna da' genitori suoi fu condotto. Dove poi crescendo negli anni, e, com' è costume, mandato alle scuole perchè egli apparasse leggere e scrivere, ed essere un savio e prob'uomo, intervenne che, stante ch'egli avea dalla natura sortito un così ruvido e ottuso ingegno da non isperarne cosa che buona si fusse, per quanto ei s'affaticasse, e per quantunque i precettori si dessero attorno ad ammaestrarlo , e* non venne giammai a capo di alcun poco di bene; sicché, pure quasi come colui che non isguardò a libri di sorte alcuna, nella sua innata ignoranza sempre poi lino alla morte si rimase. Ma però che dove è ignoranza, ivi suole essere prosunzione, così perch' egli avea letto più volte il Fiore di Virtù, la Storia di Barlaam, i Reali di Francia e Guerrino detto il Meschino, e ne avea spigolati e ricolti in un suo quader-nuccio, come gemme e tesori di lingua, tutti i riboboli e le parole strane che in que'libri si trovano, egli si credeva un gran Sere, e si spacciava per un gran letterato e conoscitore e ristauratore delle opere del trecento: e di libri e di scrittori e di cose letterarie nelle brigale e fuori non finava giammai di strombazzare ; e ne diceva le più stolte
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