Il libro della cucina del di Anonimo

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      XIIIuna solenne mentila a quel proverbio, che dice : — Gli ultimi a incanutir sono i c....ni.— Onde tra per le suddette ragioni, e perché egli avea non so quale altra cosa, eh' io non vo' dire, si prolungata , immensa e sconcia, da potersene fare la cuffia alla testa d'ogni gran toro, veniva dal popolo, per dispregio , non Borso Zeminian da S. Ambrosi, ma Borson Birrino il maldicente, comunemente appellato. Ora lasciando da una parte queste ed altre simili tacche, e a quel venendo che più imporla, dirò, che egli stava compilando, per alfabeto, non so quale suo Operone sugli spropositi di tutti i filologi italiani, forse da Adamo in qua, niuno eccettuato ( a compiere il quale, lavorando di e notte, ci avrebbe spesi bene un otto anni, abborracciando un 6000 pagine, in gran foglio) ; e già era pervenuto, a quanto egli stesso affermava, al c o co, e gli cresceva la materia tra le mani, quando gli avvenne quel eh' io sono per dirvi. Invasato costui e fradicio nelle storpiature del 300, oltre le quali, come dicemmo, niuna cosa più conosceva, accadde, che, dovendo egli condursi una volta per certe sue bisogne (forse a cercar fave, di cui andava assai ghiotto) su quel di Pontecchio, diessi attor-


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Il libro della cucina del secolo XIV
di Anonimo
Gaetano Romagnoli Bologna
1863 pagine 127

   

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