Ricettario Domestico di I. Ghersi - A. Castoldi

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      2982 — Cataplasmi. Poltiglie preparate con farina di seme lino o comune o con fecola o con pane, od anche con polpe di frutta o radici di piante, che si applicano distese su tela, sulla cute : a seconda della loro natura sono emollienti, astringenti, rnbefacienti, calmanti, risolventi, ecc. : talora servono quale veicolo ad altri medicamenti.
      Quello emolliente, che è tipico, si ottiene facendo riscaldare in terrina farina di seme lino polv. gr. 75 con quanto basta di acqua: aggiungendo gr. 3 di laudano si ha il c. laudanizzato : con gr. 12 di senape si ha quello senapizzato: con gr. 6 di acetato basico di piombo si ha quello saturnino.
      2983 — Cataplasma rubefacente. Orzo o avena leggermente torrefatti polv. gr. 120, aceto 30, albume d'uovo N. 3, acqua q. b. si mescola per ottenere una pasta che si distende su pezza di tela ; quindi la si spolvera con pepe polv. 30.
      29S4 — Si fa poltiglia con p. 25 di farina di senape e p. 25 di farina di frumento con quanto basta di acqua, riscaldando e rimestando.
      V. Farmacia domestica.
      2985 — Vescicatori. Qnesti rimedi di applicazione locale, comunemente conosciuti col nome di vescicanti e mosche di Milano, sono costituiti d'una pasta, che il farmacista distende sopra un pezzo di cerotto, e nella cui composizione entra principalmente come vescicatorio la polvere di cantaridi, essi sono ordinati per dare altro sfogo agli timori, od anche per risvegliare la sensibilità del malato.
      Quando non si vuol mantenere la suppurazione della parte a cui fu applicato il vescicante, basta pungere la pellicola sollevata da quest'ultimo e farne uscire il liquido sieroso che vi si è raccolto ; ma quando il caso richiede che si mantenga la secrezione dell'umore, si dovrà colle forbici levare tutta la pellìcola sollevata, e medicare la superficie cosi denudata con pomata di ti-melèa, di cui si modera la forza mescolandola con piti o meno burro.
      Generalmente i vescicanti si lasciano applicati per parecchie ore: ma trattandosi di fanciulli, o di persone che abbiano la pelle molto delicata, non devono mantenvrsi più di 3 o 4 ore ; perocché se si lasciasse applicato un vescicante troppo lungamente potrebbe nascere un'irritazione generale fortissima, che avrebbe pericolose conseguenze. Non importa se al momento che si toglie il vescicante, trattandosi di bambini, la vescica non si


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Ricettario Domestico
di I. Ghersi - A. Castoldi
Ulrico Hoepli
1906 pagine 854

   

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