Ricettario Domestico di I. Ghersi - A. Castoldi
Mor
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metro. occorrano, messe di seguito l'una all'altra in linea retta : 19 niontte da . . . . L. 5 ! 20 monete da . . . . L. 2 11 , .. ... 2 , 20 „ . . . . B 1
32 monete da.......cent. 10
1 „ ............5
1 « ....... 1 ecc.
— False. - Modi di riconoscerle. Le falsificazioni più comuni delle monete consistono:
1.° Nella sottrazione d'una parte del metallo prezioso, sottrazione che può esser fatta eon mezzi meccanici o sciogliendo una parte del metallo per mezzo di solventi dai quali poi viene estratto con procedimenti chimici.
Quest'alterazione delle monete si riconosce al difetto di peso ed all'aspetto corroso.
2.° Nell'uso d'una lega imitante il metallo della moneta (oro, argento, nichelio).
I metalli ordinariamente usati in lega sono lo stagno, l'antimonio, il piombo, lo zinco, il bismuto.
L'aspetto dei pezzi basta per lo più a farli distinguere sia per l'imperfezione delle impronte, sia per la diversità del colore. La durezza riesce minore che nelle mouete buone e la sonorità non sempre è ben riuscita. Sovente le monete false riescono untuose al tatto. Il contorno o non ha le solite scritte o le ha imperfette come pure le scanalature, essendo questa una delle principali difficoltà della falsificazione. Infine il peso non corrisponde poiché è uno dei caratteri che nella pratica degli scambi riesce di meno agevole riconoscimento e quindi i falsificatori pffco si eurano di ottenerlo esatto.
8.° Nel rivestire nn disco di metallo di minimo valore con delle lamine sottili abilmente tagliate da monete buone, li questa una falsificazione difficile a riconoscere se ben eseguita. Anche qui il peso e la sonorità sono di buon aiuto per riconoscere la frode.
3124 - Pulitura. Le monete e le medaglie antiche si lasciano immerse per 24 ore, od oltre, secondo il bisogno, nel sugo di limoni. (V. n. 212).
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312Ó — Dei cani. Quando avvenga il .caso di nna morsicatura non bisogna mai uccidere il cane per il semplice lontano sospetto ch'esso possa diventare rabbioso : cosi min si ottiene altro che di prolungare per parecchie settimane almeno il dubbio penoso.
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