Ricettario Domestico di I. Ghersi - A. Castoldi
decolorazione dell'acqua di bromo ; questa si rinnova due o tre volte fino a che le spugne siano divenute completamente bianche. Si spremono e si lavano di nuovo nell'acqua alcalina di cui sopra.
Si conservano quindi in nua soluzione di sublimato corrosivo contenente alcune gocce d'acido cloridrico.
3565 — Per conservare asettiche le spugne s'immergono nell'acqua fenicata debolissima, all'I ° 0, ad es., poiché un'acqua fenicata troppo forte le fa annerire, come pure il bicloruro di mercurio.
Staff natura.
3566 — Saggio. La stagnatura viene fatta raramente con stagno puro ; essendo il piombo assai meno costoso dello stagno, gli stagnai poco scrupolosi ne mescolano una certa quantità allo stagno. La legge francese è a tal riguardo severissima, essendo il piombo assai nocivo alla salute (1) ; in Italia è tollerato (R, Decreto 23 giugno 1904) non oltre l'I % di piombo.
Si può riconoscere la presenza del piombo nella stagnatura versandovi sopra una goccia d'aceto ; vi si lascia 24 ore, poi vi si versa un poco di soluzione d'ioduro di potassio. Se comparisce una macchia di color giallognolo, la stagnatura contiene piombo. La colorazione gialla è dovuta infatti alla formazione di ioduro di piombo per reazione dell'ioduro potassico sull'acetato di piombo formatosi per l'azione dell'aceto sul piombo (V. n. 4057).
3SG7 — Per via umida. Si applica principalmente per i lavori di ottone di piccole dimensioni e solo in alcuni casi particolari per gli oggetti di rame e ferro.
Il procedimento consiste nel l'immergere il metallo da stagnare in un bagno bollente che contiene composti solubili di stagno, in uno allo stesso metallo od a zinco estremamente diviso.
3S6S — Uno dei metodi più in uso è quello basato sull'impiego del cremor di tartaro. L'oggetto, ben deterso, si fa bollire per una o due ore in una soluzione di cremor di tartaro al 4 °/0, in presenza di stagno granuloso. Il rivestimento che si ottiene è di bellissimo aspetto, ma non resiste a lungo.
3S69 — I piccoli oggetti minuti di ottone o di rame si stagnano disponendoli a strati frammezzo a fogli di stagnola in una soluzione satura di cremor tartaro e facendo bollire il liquido; se occorre, vi si aggiunge nn po' di cloruro stannoso.
(1) Vedi il manuale Leghe metalliche a pag. 86.
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