del mistico pellegrinaggio, esponendo il traviamento e il pericolo di Dante, l'aiuto da lui arrecatogli, il conforto, il rimedio di redenzione; e accenna alla disposizione celeste che seconda il viaggio. A chi ha dato la vita per la libertà non deve dispiacere di accogliere benevolmente chi cerca la liberazione morale, la redenzione dal servaggio del vizio.
Virgilio infine si palesa per uno spirito del Limbo, e intercede il passo ai sette gironi del Purgatorio nel nome di Marzia, la moglie dell Uticense. anch'essa « tra color che son sospesi ».
Catone ricorda benevolmente al cantore d'Enea che Marzia, tanto diletta al suo cuore sulla terra, non può più avere alcuna efficacia su di lui, poiché essa dimora al di là dell'Acheronte : e ciò in virtù della legge che separa rigorosamente gli spiriti salvati da quelli non salvati. Piuttosto egli si piega ben volentieri alla segreta volontà della donna celeste che ha inspiralo ai due poeti il cammino. Ingiunge quindi a Virgilio di ricingere il suo alunno con uno di quei giunchi senza foglie, che l'isoletta produce come unica pianta sul basso limo, e di lavargli la faccia, poiché non sarebbe conveniente presentarsi all'angelo portiere col viso offuscato dalla nebbia infernale. 11 sole additerà poi ai due poeti la nuova via dell'ascesa.
Scomparso Catone, Dante si ritrae a Virgilio, e questi lo esorta a seguirlo, rivolgendo indietro i passi. Nel crepuscolo mattinale, mentre tremola, da lontano, la marina, procedono attraverso alla pianura solinga, come in cerca d'una strada perduta. A un certo punto Virgilio pone le mani aperte sull'erbetta, e, mentre Dante gli porge le guance lagrimose, egli deterge dal suo viso la fuliggine, facendovi ricomparire il colore naturale. Giungono poi sul lido deserto, e qui Virgilio ricinge Dante di giunco; e il ramo, appena divelto, rinasce.