Wm IL PURGATORIO J
ragione. Del resto i limiti dell'umano intendimento son bene determinati. Se alla ragione umana fosse dato di giungere a veder tutto, i comuni intelletti dei filosofi avrebbero quietato il loro desiderio nel sommo Vero, mentre invece nel Limbo vanamente desiderano di conoscerlo. E al ricordo della condizione degli spiriti nel Limbo. Virgilio turbato china la fronte.
Arrivati alle radici dell'erta montagna, i due poeti s'arrestano, ignorando da qual parte sia meno ripida la salita. Mentre Virgilio, a testa china, medita sul cammino da prendere, appare da sinistra una lenta teoria di spiriti, a cui essi muovono incontro. Alla distanza di un tiro di pietra, quegli spiriti, meravigliati forse di vedere i due poeti procedere a sinistra, il che è contrario alle leggi del Purgatorio, si stringono ai duri massi dell'alta ripa; e Virgilio chiede loro in qual punto la montagna si presenti meno malagevole a salire. La prima fila della schiera si muove concorde e in piena compostezza verso i due poeti; ma, accorgendosi dall'ombra che Dante è vivo, retrocedono alquanto stupefatti; e così fanno tutti gli altri spiriti, rimasti indietro. Virgilio rende conto del suo alunno e della divina virtù che ha inspirato il mistico pellegrinaggio, e le anime suggeriscono ai due poeti di tornare indietro e di precederle. Poi, una di esse si fa avanti e prega Dante di volgersi a vedere se gli venga fatto di riconoscerla. Dante fissa per un momento quel volto dai lineamenti gentili, incorniciato da biondi capelli, ma guasto da una ferita a mezzo il ciglio, e afferma di non averlo mai veduto nel mondo. Allora lo spirito, scoprendo una piaga alla sommità del petto, si dà a conoscere per Manfredi di Svevia, re di Napoli « nipote di Costanza imperatrice » e prega il poeta di annunciare a sua figlia la verità intorno alla sua sorte ultraterrena.
Manfredi confessa di aver molto peccato; ma poiché, appena ricevuti i colpi mortali si era pen-