Stai consultando: 'La Divina Commedia Purgatorio', Biblioteca del Popolo

   

Pagina (11/62)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (11/62)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Divina Commedia
Purgatorio
Biblioteca del Popolo
Sonzogno Milano, 1940, pagine 59

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Wm IL PURGATORIO J
   dà notizia della sua morte avvenuta nel territorio di Padova per l'agguato tesogli da un marchese d'Este suo nemico; espone la deviazione fatta nella sua drammatica fuga dopo la ferita, e descrive la caduta mortale fra le canne e il limo.
   Segue un secondo peccatore, Buonconte da Mon-tefeltro, che passa mesto e cogitabondo per l'oblìo in cui lo lasciano la moglie Giovanna e gli altri parenti. Dietro richiesta di Dante, egli narra che, in fuga da Campaldino, giunse gravemente ferito nella gola al punto in cui l'Archiano confluisce col-l'Arno; e lì morì con una invocazione suprema a Maria. Un angelo e un demonio se ne sono disputata l'anima; il diavolo, rimasto soccombente nella contesa, ha sfogato la sua rabbia sul suo corpo. Accoppiando la mala volontà col malo intelletto, ha mosso la tempesta, e a sera ha coperto di nebbia la valle da Pratomagno alla Giogana. Poi l'aria pregna di umore si è sciolta in acqua; e l'imperversare della pioggia ha spinto il povero corpo alla foce dell'Archiano tumido e impetuoso, che lo ha travolto all'Arno, ricoprendolo di sopra e d'intorno e sciogliendo la croce in cui egli aveva atteggiato le braccia in segno di pentimento.
   Segue una terza ombra. Pia de' Tolomei, nata a Siena e morta in Maremma, che con accorata rassegnazione unisce il ricordo della sua tragica morte a quello dell'anello offertole dal suo sposo.
   Ricorditi di me che son la Pia :
   Siena mi fe', disfecemi Maremma : Salsi colui che inanellata pria, Disposando, m'avea con la sua gemma
   CANTO VI.
   Come il vincitore del giuoco della zara è circondato da una turba di gente che Io intrattiene, e tutti tiene a bada, così Dante è fatto segno alle richieste incalzanti degli spiriti dei morti di morte violenta, e, promettendo, si scioglie da essi. Si avvicendano