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La Divina Commedia
Purgatorio
Biblioteca del Popolo
Sonzogno Milano, 1940, pagine 59

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Wm IL PURGATORIO J
   mancanza della fede vera. 11 trovatore, vinte le prime esitazioni suscitate dallo stupore, effonde tutto il suo tributo d'ammirazione al grande vate; poi gli chiede notizia del viaggio che lo ha tratto all'Antipurgatorio. Virgilio dice d'esser venuto, per celeste disposizione, attraverso all'Inferno, descrive il luogo che la divina giustizia gli ha assegnato, e parla delle anime che popolano con lui il Limbo : bambini morti senza battesimo e spiriti magni a cui furono ignote le tre virtù cristiane. Chiude il suo dire, domandando a Sordello la via diretta per salire al Purgatorio. Sordello gli risponde dimostrandosi pronto a fargli da guida; ma siccome il sole ormai tramonta, e nella tenebra non si può salire, conviene — egli avverte — pensare a un luogo in cui passare la notte. Propone perciò di condurlo verso altre anime appartate a destra dell'Antipurgatorio. Virgilio 'chiede se a salir di notte ci sia proprio un impedimento posto da altri, o se a chi sale venga meno spontaneamente la forza. E Sordello risponde che solo l'oscurità lega la voglia coll'impotenza a cui essa dà luogo. Si può invece procedere nel cammino in discesa.
   Guidati da Sordello, i due pellegrini, attraverso a un sentiero sghembo tra erto e piano, arrivano a fianco della cavità in cui finisce l'orlo d'una valletta adorna d'erbe e fiori dai colori più vivi e più splendenti, e profumata dagli effluvi più dolci che si possano immaginare. Dante vede sedute sul verde alcune anime che per la concavità della valle non sono visibili di fuori. Esse fanno echeggiare l'accento soave dell'inno « Salve, Regina ». Dall'alto del balzo, Sordello addita ai due poeti gli atti e i volti di quegli spiriti adunati nella valletta. Sono i grandi, i principi, che, distratti da cure mondane, indugiarono a volgersi a Dio fino all'ultima ora. In alto, senza prender parte all'altrui canto, siede Rodolfo d'Asburgo, che con una sua