Wm IL PURGATORIO J
si accendano; e il sognato incendio tanto divampa, che il poeta fulmineamente si risveglia, pallido di sgomento. 11 sole s'é levato da più di due ore; e al suo fianco Dante non trova altri che Virgilio, il quale gli rivolge parole di conforto, e gli addita ormai il balzo che chiude all'intorno il Purgatorio. « Dianzi —- prosegue Virgilio -— quando tu dormivi sui fiori, di cui quel luogo laggiù è adorno, venne una donna che si diede a conoscere per Lucia e che mostrò desiderio di prenderti seco per agevolarti nel viaggio. Sordello e le altre anime rimasero; ed ella ti rapì; poi, a giorno fatto, se ne venne su; io le andai dietro; ed ella ti posò qui, accennandomi l'entrata del Purgatorio ». Dante, rinfrancato da queste parole, muove dietro al maestro verso la montagna. In quella che gli pareva un'apertura. Dante scorge una porta con tre gradini di vario colore e con un portiere immobile e muto, che siede sul gradino più alto, risplendente nel volto e con in mano una spada nuda abbagliante. Il cortese portiere fa qualche obbiezione agli inconsueti passeggeri; Virgilio accenna al confortevole aiuto datogli da Lucia, e allora quegli li invita ad accostarsi. Dei tre gradini, il primo era bianco come marmo lucente, il secondo era piuttosto cupo, di pietra arsiccia, crepata per il lungo e per il traverso; il terzo era rosso come porfido, sovrapposto a guisa di masso. Su questo teneva i piedi l'angelo, seduto sulla soglia che sembrava pietra di diamante. Il maestro trae per i tre scaglioni il suo alunno, dicendogli d'invitare umilmente l'angelo portiere ad aprire la serratura; e il poeta eseguisce. L'angelo, col puntone della spada descrive sulla fronte a Dante sette P, come sette piaghe da lavare per entro al regno; indi, di sotto alle cineree vesti, trae due chiavi, una d'oro, l'altra d'argento, con cui apre la porta.
« Ogni volta — dice l'angelo — che una di que-