Wm IL PURGATORIO J
   ste chiavi non si volge dritta nella serratura, la porta non s'apre. La chiave d'oro è più preziosa, ma l'altra richiede più arte e più ingegno, come quella che risolve il nodo, lo le ho avute da San Pietro, il quale mi ha raccomandato di eccedere piuttosto nell'aprire, che nel tener chiusa la porta ». Sospinto l'uscio, egli ammonisce i due pellegrini a non guardar indietro. Girati gli arpioni sui cardini, la porta stride fortemente; e, mentre Dante è attento allo stridere, è percosso all'orecchio dalla dolce armonia del « Te Deum »; e ha l'impressione di un canto a suono d'organo, in cui le parole s'intendano confusamente.
   CANTO X.
   Dallo stridere che fa la porta, Dante, ormai entrato nel Purgatorio, s'accorge ch'essa si è richiusa, e, memore del monito dell'angelo, non si volge indietro. Insieme a Virgilio, egli sale per lo spacco tortuoso d'una pietra, e il duce gli raccomanda molta cautela; onde nell'angusta viuzza si finisce per consumare tanto tempo, che prima la luna — ch'è quasi nell'ultimo quarto — rigiunge all'oriz zonte per tramontare. Usciti fuori, dove il monte si restringe indietro, si soffermano su un piano solitario, incerti della via. Dante non ha ancora fatto un passo su quel ripiano largo tre volte la lunghezza d'un uomo, e sempre uniforme, ch'egli s'avvede che la costa del monte, ripida e quasi verticale, è di marmo candido e ornato di mirabili intagli. Questi bassorilievi sono esempi di umiltà premiata. Primo si presenta a Dante l'esempio dell angelo Gabriele in atto di dire il suo « Ave » a Maria, che mosse a pietà degli umani l'amore di Dio : umile anch'ella nel verace atteggiamento di chi dice : « Ecco l'ancella del Signore ». — Richiamato da Virgilio, Dante vede scolpita nella ripa un'altra scena : il trasporto a Gerusalemme dell'Arca santa.