Wm IL PURGATORIO J
venga a noi' la pace del tuo regno perchè noi, colle nostre forze, non possiamo giungere ad essa; accogli l'offerta della devozione degli uomini, come accetti quella degli angeli; dacci la manna quotidiana, la grazia tua; perdona a noi i nostri falli, come noi li perdoniamo ai nostri offensori; e non tentare la nostra poca virtù, ma redimi il nostro spirito dal vizio. -Non per noi facciamo a te questo voto, che ormai sarebbe intempestivo, ma per i nostri superstiti in terra ». All'udire questo pensiero di carità che i morti hanno per i vivi. Dante sente il bisogno di raccomandare ai viventi il contraccambio in altrettanti suffragi per le anime del Purgatorio. Poi Virgilio chiede a quel gruppo di anime da qual parte si debba andare per giungere al più presto e con minor fatica alla scala del secondo girone. Gli spiriti invitano i due pellegrini a seguirli a mano destra per la riva; e uno di essi si dà a conoscere per Omberto di Guglielmo Aldobrandesco toscano, e deplora di essere curvo sotto il peso e di non poter raffigurare Dante. Espone con un gran senso d'umiltà le antiche sue colpe originate da quella sprezzante superbia per i suoi natali, che gli è costata la vita; e afferma che tutti i suoi consaguinei sono stati infettati dello stesso male. Dante, turbato, china il volto. Un altro spirito, torcendosi sotto il peso, lo vede, lo riconosce e lo chiama. 11 poeta lo raffigura a sua volta per Ode-risi d'Agobbio, onore dell'arte della miniatura. 11 superbo ricorda a Dante (e può ricordarlo ora che ha deposto tutta la superbia terrena) che la gloria sua è ormai quasi interamente disgradata da Franco Bolognese; e accenna alla vanità degli splendori mondani che si avvicendano rapidamente da .un artista all'altro, da Cimàbue a Giotto, da Guido Guinizelli a Guido Cavalcanti, da Guido Cavalcanti a un nuovo poeta che farà dimenticare i due antichi. La fama non è che un fiato di vento, che or viene da una parte, ora dall'altra;