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Wm IL PURGATORIO J
« Beati i misericordiosi » e il « Godi tu che vinci! ». Durante il cammino, Dante espone un dubbio sortogli per le parole pronunciate da Guido del Duca a proposito dei beni da cui si devono escludere gli altri. Virgilio gli spiega che l'invidia può sorgere soltanto per il fatto che i desideri degli uomini si appuntano alle cose terrene, di cui la partecipazione altrui scema il godimento. Invece, per i beni spirituali, quanti più sono i possessori, tanto più s'accresce la ricchezza d'ognuno. E poiché a Dante questo principio pare paradossale, il maestro gli conferma che l'infinito bene dell'anima tanto più a questa si comunica, quanto più in essa arde la carità; e quanto più gente in cielo sente amore, tanto più vi è da bene amare, e tanto più vi si ama. Del resto Virgilio, per ulteriori chiarimenti su questa questione, rimanda il suo alunno a Beatrice.
Nel frattempo, i due pellegrini sono arrivati al terzo cerchio e Dante si sente trasportato in una estatica visione. In primo luogo gli appare una donna, Maria, che entra in un tempio e dice in dolce atto d'amore materno: «Figlio, perchè così con noi hai fatto? Ecco, io e tuo padre dolenti andavamo in cerca di te ». Segue a questo un secondo esempio di dolce mitezza. Alla voce irata e lacrimosa di colei .che consiglia lo sposo Pisistrato a trarre vendetta dell'incauto che ne ha baciato in pubblico la figliuola, risponde con viso mansueto il tiranno : « Che faremo a coloro che ci odiano se condanniamo quelli che ci amano? ». Segue in una terza visione una folla ubriaca che perseguita a morte Santo Stefano, il quale, gravato dai supplizi, prega il Signore di perdonare ai suoi persecutori.
Dante si riscuote; e il maestro gli domanda qualche spiegazione sullo stato di ebrietà in cui ha mostrato di- essere durante il cammino. Dante sta per rispondere raccontando le visioni; ma Virgilio gli spiega che la sua è stata una domanda soltanto formale; che cioè egli non ignorava affatto i suoi in-