Wm IL PURGATORIO J
l'amore d'animo può peccare volgendosi al male o amando troppo o troppo poc:o il bene. Non potendo l'amore torcere il viso dal soggetto stesso che ama, nè potendo il soggetto amante odiare il Primo indisgiungibile, cioè Dio, l'oggetto del male non può essere che il prossimo.
« Ora al prossimo si può far male in tre modi : sperando eccellenza dalla soppressione del vicino, cioè per superbia; attristandosi per il salire degli altri, cioè per invidia; agognando a vendicarsi delle offese, cioè per iracondia. Quanto all'amore del bene con falsa misura, se l'animo è troppo tiepido e lento a conoscere il sommo Bene e a conseguirlo, si cade nell'accidia, ch'è appunto scontata, dopo giusto pentimento, nel quarto girone; se 1 animo corre con soverchia foga nei beni secondi, si cade in tre altri vizi, che si scontano nei gironi successivi ».
E la ragione di questa ripartizione, Virgilio vuole
che Dante la ricerchi da sè.
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CANTO XVIII..
Il poeta, compreso da un nuovo dubbio, esita a palesarlo, temendo di dar noia al maestro; ma Virgilio gli volge quasi un invito a parlare; e allora egli domanda chiarimenti e notizie intorno a questo amore, origine d' ogni virtù e d' ogni peccato. « L'animo — risponde Virgilio, — disposto per natura ad amare, è pronto a volgersi a ciò che lo' diletta. L'oggetto reale esterno offre l'immagine alla facoltà intellettiva, la quale svolge questa immagine dentro all'animo e lo stimola in questa direzione; il protendersi dell'animo verso l'immagine è l'amore naturale. Ora l'animo così preso entra in desiderio ardente della cosa amata; e questo è movimento spirituale. Di qui s'intende non essere lau-