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La Divina Commedia
Purgatorio
Biblioteca del Popolo
Sonzogno Milano, 1940, pagine 59

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CANTO XXV.
   Sono circa le due del pomeriggio; i tre mistici viandanti, non potendo indugiare, entrano frettolosi nell'erto passaggio che mette al settimo girone. Dante ha un dubbio nel cuore ed esita a palesarlo. Virgilio, che s'avvede di questo stato d'animo, lo incuora a parlare. ;«.Come può dimagrire, chiede Dante, un corpo aereo, che non abbisogna di nutrimento? ». Virgilio, adducendogli un esempio mitologico, gli fa comprendere che il corpo aereo di quelle ombre è come uno specchio delle anime, delle quali ritrae afdi fuori i moti e le sofferenze; ma. per meglio soddisfare la curiosità del suo alunno, prega Stazio di svolgergli la dottrina che vi si riferisce. « Sangue perfetto — comincia Stazio, — che non è assorbito dalle vene, prende nel cuore virtù ca'cace di dar vita a tutte le membra umane; poi, nuovamente distribuito, scende oo'è più bello — tacer che dire, e di qui stilla sul sangue della donna, nella matrice. Quindi la mistura comincia a operare, formando l'embrione, e poi avviva ciò che ha reso consistente. Ora la virtù attiva del seme fatta anima vegetativa — il che è uno stadio transitorio — continua ad operare fino a diventare sensitiva e a formare gli organi dei sensi, spiegandosi e distendendosi. Ma la difficoltà sta nello spiegare come il feto da animale diventi razionale: problema intorno al quale molti filosofi errarono, come quelli che disgiunsero dall'anima l'intelletto possibile, non vedendo, nel corpo umano, un organo destinato a questo intelletto. Appena che il cervello del feto è perfettamente articolato, Dio spira in esso uno spirito nuovo, compenetrato di virtù, che identifica con se stesso l'anima vegetativa e la sensitiva, formando in unità integrale la vera coscienza umana. Sciolta colla morte dall'involucro corporeo, l'anima intellettiva porta seco virtualmente lè potenze corporali e spirituali, le quali ultime acquistano