Wm IL PURGATORIO J
pito a Virgilio che gli appare non meno compreso di meraviglia; e poi torna a mirare quelle cose sublimi che gli vengono incontro lentissimamente. Ma la donna lo rimprovera di guardar soltanto i candelabri, senza volgersi a tuttociò che dietro di essi si avanza. E Dante scorge una teoria di gente ammantata di candide vesti. Intanto l'acqua di Lete riflette al poeta il suo lato sinistro; ed egli, soffermatosi, vede che i candelabri lasciano dietro di sè l'aere solcato di sette liste dei colori dell'arcobaleno: tanto lunghe che l'occhio non può vederne il termine. Le due liste estreme distano, secondo i suoi calcoli, circa dieci passi. Sotto siffatto cielo passano, coronati di fiordalisi, in due schiere, ventiquattro vegliardi, i quali cantano le laudi di Maria.
Seguono quattro animali, coronati di verde fronda, forniti ognuno di sei ali piene d'occhi, quasi in tutto simili e conformi alla descrizione di Ezechiele. In mezzo ad essi si avanza un carro trionfale tirato da un grifone che tende insù le ali tra le liste colorate, senza però intersecarle. Le ali del grifone salgono tanto che la punta estrema non si vede; le sue membra d'aquila sono d'oro, le altre membra sono bianche, miste di vermiglio; e il carro sorpassa, in bellezza, non solo i carri trionfali di Roma, ma lo stesso cocchio del Sole. Intorno alla ruota destra, traggono danzando tre donne, l'una d'un rosso acceso, l'altra d'un verde smeraldo, e la terza d'un bianco niveo. S'avvicendano nella guida della danza la bianca e la rossa; mentre al canto di quest'ultima s'informa il movimento delle altre. Dalla ruota sinistra fanno festa quattro altre donne, vestite di porpora, le quali danzano regolate da una di esse, dotata di tre occhi. Ultimi vengono due vecchi di vesti dissimili, ma uguali nella compostezza degli atti, l'uno in abito di medico, l'altro di guerriero; poi quattro d'umile aspetto; e finalmente un vecchio solo, dal volto arguto