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La Divina Commedia
Purgatorio
Biblioteca del Popolo
Sonzogno Milano, 1940, pagine 59

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Wm IL PURGATORIO J
   preghiera, soavemente cantata, al poeta par di trovare un inno d'intercessione degli angeli presso Beatrice in suo favore; e l'intimo gelo del suo cuore si scioglie in sospiri e in singhiozzi. Beatrice, sempre ferma sulla sponda sinistra del carro, si volge agli angeli con queste parole : « Sebbene io mi rivolga a voi, pure lo scopo di questa mia risposta non è già quello di istruire voi, che tutte •conoscete le vicende mondane; sibbene adeguatamente al suo fallo, voglio che m'intenda e che si penta quel peccatore che lagrima ora al di là. Non solo per naturale influsso dei cieli, ma per larghezza di grazie divine, questi, nel tempo giovanile, ebbe le più alte disposizioni a qualsiasi più mirabile prova. Ma quanto più una terra è per natura vigorosa, tanto più diventa maligna se vi si getta un seme cattivo e mal coltivato. Per qualche tempo io lo sostenni e lo guidai col mio volto; ma quando io venni a morte, nel principio della mia giovinezza, proprio allora che mi era cresciuta bellezza e virtù, egli si distolse da me e si abbandonò ad altri amori. Inefficaci riuscirono le ispirazioni fattegli pervenire col sogno; egli scese a tal grado di corruttela, che l'unica salvezza era il mistico pellegrinaggio nell'oltretómba; e io stessa scesi al Limbo a pregarne Virgilio. Ma ora la legge di Dio sarebbe violata s'egli passasse il Lete, senza un più vivo pianto di pentimento ».
   CANTO XXXI.
   Beatrice invita Dante, dal di là del Lete, a confessare le colpe, la cui memoria non è ancora cancellata dal fiume. Ma il poeta, per la confusione, non sa articolare parola. A un nuovo invito della donna, egli effonde un sì debolissimo; e poi, vinto dalla contrizione e dallo sgomento, prorompe in sospiri e singhiozzi, senza poter ancora parlare. « Quali lusinghe — gli chiede Beatrice — ti hanno