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La Divina Commedia
Purgatorio
Biblioteca del Popolo
Sonzogno Milano, 1940, pagine 59

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Wm IL PURGATORIO J
   tifica visione chi si compirà coil'aiuto delle tre donne che danzano dall'altra parte, lo conducono al petto della mistica fiera, a cui Beatrice è rivolta. Dante guarda estasiato gli occhi rilucenti di lei, che sono fissi sul grifone; il quale, pur rimanendo in se stesso immutato, raggia in essi con diversi atti della sua doppia natura. A distoglierlo da tanta meraviglia, giungono, danzando con accompagnamento di un canto angelico, le altre tre belle della processione, che invitano Beatrice a svelarsi al suo fedele anche nella sua seconda bellezza. Ella cede all'invito e si svela; e Dante proclama impossibile a lui. come a qualsiasi altro poeta, descrivere il sublime spettacolo.
   CANTO XXXI1.
   Immerso nella visione, egli chiude i suoi sensi a qualsiasi altro spettacolo; finche le tre belle ne lo distolgono con dolce richiamo. Dileguato l'abbagliamento e ricuperata la virtù visiva, il poeta vede che la mistica teoria, rivoltasi a destra, ritorna indietro verso oriente. Passano i ventiquattro vegliardi prima che il carro pieghi a destra il timone; il grifone muove il carro in modo da non scuotere nessuna delle sue penne, e le belle ritornano al loro posto di prima. La donna soletta della lavanda di Lete, Stazio e Dante, seguono la processione alla ruota destra del carro. Un canto angelico regola i loro passi. A tre tiri circa di freccia, Beatrice discende; e tutti, accerchiando un'alta pianta spoglia di fiori e di fronde, adorna d'una chioma sempre più larga verso la cima, mormorano in tono di biasimo il nome di Adamo progenitore. Poi lodano il grifone che col becco non fa alcuno strappo al dolce legno dell'albero; ed egli risponde che in tal modo si mantiene il seme della giustizia. Quindi lega all'albero il timone del carro; e l'albero, prima spoglio e brullo, si rinnoveMa