58 'IL PURGATORIO
quale più volte la bacia. Ma quando ella rivo lo sguardo a Dante, il gigante la flagella dalla testa ai piedi; poi scioglie il carro trasfigurato e lo trascina per la selva, tanto addentro che i rami della foresta impediscono a Dante di vedere la meretrice é il carro
CANTO XXXII1.
Le sette ninfe intuonano, lagrimando, il mesto salmo « O Dio. son venute le genti »; e Beatrice, trascolorando d'amarezza, l'ascolta sospirosa. Poi, colorata di fiamma nel volto, pronuncia le parole di Cristo ai discepoli : « Un poco e non mi vedrete; un altro poco, e mi vedrete ». Indi si mette in cammino, facendosi precedere dalle sette ninfe, e seguire da Stazio, da Dante e dalla donna del Lete. Rivolto al poeta l'invito di accostarlesi, gli chiede perchè egli non le rivolga alcuna domanda; al che Dante timidamente risponde eh ella conosce bene i suoi intimi desideri. Beatrice lo rincora ormai a lasciare ogni sgomento e gli apre il libro dell'avvenire. « Quel mistico carro, rotto dal drago, fu e non è; ma nulla potrà trattenere il castigo di Dio. L'aquila che sul cocchio ha lasciato le penne avrà un erede; io vedo sorgere stelle- affrancate da ogni contrasto e da ogni ostacolo, le quali, col loro benefico influsso, ci apporteranno giorni migliori, in cui un messo divino ucciderà la meretrice e il suo gigante. Questa profezia, che oggi appare ambigua e oscura, sarà confortata dai fatti; tu sta' attento alle mie parole e ripetile ai vivi; soprattutto ricordati del duplice strazio che ti è occorso del grande albero. Chiunque depreda o schianta questo albero, fa ingiuria a Dio, che lo ha santificato per suo uso. Per averlo morso, Adamo stette in pena e in desiderio più di cinquemila anni, in attesa di Cristo. E non senza ragione questa pianta è così alta e così insolitamente larga nella