Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DACIA
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sue costiere colla"corrente del Danubio. Continuando sempre al N. E. lungo la Maros, passava per Karls-Utrg, Thorda, Maros Vasarheli, ecc., fino alla frontiera della Moldavia. Eccone le stazioni, giusta la succitata Tavola Peutingeriana : Thierna, ^Ld Jtfecftam (oggidì Mehadia, colle terme di Ercole, notissime ai Romani fin dai tempi di Adriano e molto riputate per le loro medicinali virtù), Pratorium, Ad Pannonìos, Gagance, Mascliance, Tiviscum, Agitava, Pons Augusti, Sarmizcgethusa, ad Aquas, Germinerà, Blandiana, Apula, Brucia, Salina, Patavissa, Napoca, Optatiana, Langiana, Cersi e, Parolissnm. La terza via, all'È., staccavasi dalle vicinanze di Gladova, traversando probabil-
mente il ponte di Trajano, passava per la valle dell'Aiuta (4//) e salendo pel passo di Rothenthurm discendeva a Karlsburg, dove incontra vasi coll'altra. Eccone le stazioni fino ad Apula, capitale metallifera dei Romani nella Dacia, residenza del collegio degli Orefici (collrgium nurariorum), e sede del procuratore o magistrato principale delle miniere d'oro: Drubetis, Aviti tri a , Pclendova, Castra Xova, Bomula, Arci da va, Busidavat Pons Aluti, Burridava, Castra Trajuna, Arutela, Prcetorium, Po»w trc/t«* Stenarum, Cedonie, Addava, Apula. A juesti aggiunse Tolomeo (in, 8) i nomi dei luoghi qui appre so, che non si trovano sulle grandi vie romane, tra la Tisia e l'Aiuta, dal N. al S. : ifac-rontttm, Docidava, Vlpianum, Ziri dava, Zurohara, Lizuis, Zeugma, Acmonia, Phrateria. All'È, poi dell'Aiuta, nella direzione dal S. al N. : i4rct/iwa, Ptiitiin, Sornum, Tiasum, Nentidava, Pirum, lìata.Tirtscuw, Marcodava, Comidava, Uhamidava, Zusidava, Puloda, , Pretoria Augusta,
Sondava, Ulidava, Petrodava, Carsidava, Patri-tlava, Triphulum, I fiumi della Dacia
scorrenti nel Danubio nella direzione di 0. ad E. erano: 1° Tistanus o Tj/sVa (ed anche Tiscanus, Tysca, lyssa, Teissa, Tibiscus, Tibesis e Pa-thissus, oggidì Tkeiss, ungher. Tisza, slv. 27sa), ai suoi affluenti Gerasus o Grissia e itfartsws, il Carpazii; 2° G;/?/; 3° 4° Hierasus, identificato poi col Ilópa? o IlopeTÓ? di Erodoto (iv, 48).
VI. Immigrazioni ed incrociamniti. — La Dacia fa fatta provincia consolare sotto il governo di un legato (legatus) e divi' a nei due distretti di Dacia Inferiore (Dacia lnferior) e Dacia Apulense (Dacia Apulensis), come dal riparto e.-eguito nel 129 dupo Cr., sotto l'imperatore Adriano, e da una iscrizione di data incerta (Orelli, Inscr., n° 3888; Capitolina Pertin., 2, 3». Non ostante la risoluzione di Adriano di restringere i confini dell'Impero, e le misure adottate in proposito, sembra che i Ro-maui siansi conservati padroni della Dacia fino ai tempi di Aureliano (270-275 dopo C.\ morto il quale, si ritirarono di qua del Danubio, lan ciandola in possesso dei Goti. I coloni romani stanziavano al S. del fiume in un territorio tra la Mesia Superiore «1 Inferiore, col nome di Dacia Aureliani (Vopisc., Aurei., 39; Ruf., Brev., 8; Eutrop., ix, 15), e la quale fu poi divisa in due parti: Dacia Bipensis >ul Danubio colla capitale Batiaria, e Dacia Mediterranei colla capitale Serdica (Marquardt, Hand-btich der ròm. Alterilip. 108). Stabilironsi a poco apoco tra le due rive del fiume comunicazioni commerciali ed orali, e la Dacia, sebbene ubbidisse ad un padrone gotico, si mantenne la più salda barriera contro i Barbari del N. Ad onta delle forti linee di difesa che i Visigoti erano in procinto di costruire tra il Pruth, il Danubio e le montagne, cessero il posto alle distruggitrici irruzioni degli Unni ver.o il 376 dopo Cr. (Amm. Marc., xxxi, 3; Jornand., De reb. grf., c. 24; Schafarik, Slav. Alt., voi. i, p. 324). Dopo la morte di Attila, nel 453 d. C., l'antica Dacia, dai Carpazii all'Eurino, diventò la s tanza di una nuova potenza, fondatavi da Ardarico re dei Gepidi. Distrutto, nel 566 dopo G1., il costoro regno dai Longobardi e dagli Avari, queste regioni furono occupate senza resistenza da una nuova colonia di Sciti, i quali vi teunero dominio per più di 230 anni, finché furono sconfitti da Carlo Magno. I Valacchi o Bumunyi (Rumeni, Romeni», com'essi medesimi si appellano, non sono da confondersi coi Vlahi o Vlachi (BX^^oi), denominazione acsai più antica ed estesa, appartenente ai Celti (Schafarik, Slav. Alt., voi. i, p. 235). Ambedue le tribù va-lacche stanziate sull'una e sull'altra sponda del Danubio erano dello ste so stipite, componendo un miscuglio di Slavi, Geti e Romani, i quali dal secolo vii al x stettero ricoveraci sulle montagne della Dacia, Macedonia, Tessaglia ed Albania, e poscia sparpagliaronsi, correndo più pacifici i tempi, sulle circostanti pianure (Schafarik, Slav. Alt., voi. ir, p. 205; Fessler, Geschich. der Ungern, voi. i, p. 71). Prima del secolo x si erano di già fatti padroni della Dacia i Magiari, incorporandola al regno da essi fondato dell'Ungheria, la cui storia viene trattata a suo luogo (V. Ungheria^. Gi
ovi qui soltanto
avvertire che Berthlen Gabor, ossia Gabriele Berth-len (essendo in uso appo gli Ungheresi di posporre il nome al cognome e corrispondendo Gabor al nostro Gabriele famoso per le sue geste eroiche nella guerra dei Trent'anni, si fece proclamare, nel 1613, sovrano della Transilvania, e nel 1620 re di Ungheria, ed intese così di ripristinare l'antico impero dacico: ma morì senza prole nel 1629, e l'imperatore Ferdinando II, cui aveva raccomandata la moglie, ed il sultano Amurat IV, nominato da lui e ecutore testamentario, seppero far scomparire ben presto ogni avanzo della ricostituita Dacia.
VII. Identità di razza tra Daci e Valacchi. —
Osserveremo da ultimo che i lineamenti, il vestire e l'aspetto intero dei moderni Valacchi corrispondono appieno a ciò che vedesi raffigurato nei Daci della eolonua di Trajano. Lo stesso naso arcuato, occhi approfoudati, lunga chioma, berretto di pelle di pecora, la stessa camicia allacciata intorno al farsetto e scendente alle ginocchia, e le stesse lunghe e sciolte brache, le quali veggonsi così sovente avvinghiate con romane catene alle anche. Non è molto tacile il giustificare le pretese che hanno i Valacchi di discendere dai Romani ; ma si può ragionevolmente ammettere che vi sia in essi un miscuglio di romano e di dacico sangue, un in-crociamento di razze tra conquistatori e conquistati. Sebbene in cotesto paese non siasi conservato il dominio romano che 170 anni all'incirca, nondimeno non lasciò in alcun altro tracce così profonde
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Danubio Maros Karls-Utrg Thorda Maros Vasarheli Moldavia Tavola Peutingeriana Thierna Ld Jtfecftam Mehadia Ercole Romani Adriano Pratorium Ad Pannonìos Gagance Mascliance Tiviscum Agitava Pons Augusti Sarmizcgethusa Aquas Germinerà Blandiana Apula Brucia Salina Patavissa Napoca Optatiana Langiana Cersi Parolissnm Gladova Trajano Aiuta Rothenthurm Karlsburg Apula Romani Dacia Orefici Drubetis Aviti Pclendova Castra Xova Bomula Arci Busidavat Pons Aluti Burridava Castra Trajuna Arutela Prcetorium Stenarum Cedonie Addava Apula Tolomeo Tisia Aiuta Docidava Vlpianum Ziri Zurohara Lizuis Zeugma Acmonia Phrateria Aiuta Ptiitiin Sornum Tiasum Nentidava Pirum Tirtscuw Marcodava Comidava Uhamidava Zusidava Puloda Pretoria Augusta Ulidava Petrodava Carsidava Patri-tlava Triphulum Dacia Danubio Tistanus Tiscanus Tysca Teissa Tibiscus Tibesis Pa-thissus Tkeiss Gerasus Grissia Carpazii Hierasus Ilópa IlopeTÓ Erodoto Dacia Dacia Inferiore Dacia Dacia Apulense Dacia Apulensis Adriano Orelli Inscr Capitolina Pertin Adriano Impero Ro-maui Dacia Aureliano Danubio Goti Mesia Superiore Inferiore Dacia Aureliani Vopisc Aurei Ruf Brev Eutrop Dacia Bipensis Danubio Batiaria Dacia Mediterranei Serdica Marquardt Hand-btich Dacia Barbari Visigoti Pruth Danubio Unni Amm Jornand Schafarik Slav Attila Dacia Carpazii Eurino Ardarico Gepidi Longobardi Avari Sciti Carlo Magno Valacchi Bumunyi Rumeni Romeni Vlahi Vlachi Celti Schafarik Slav Danubio Slavi Geti Romani Dacia Macedonia Tessaglia Albania Schafarik Slav Fessler Geschich Ungern Dacia Magiari Ungheria Berthlen Gabor Gabriele Berth-len Ungheresi Gabor Gabriele Trent Transilvania Ungheria Ferdinando II Amurat IV Dacia Daci Valacchi Valacchi Daci Trajano Valacchi Romani Ungheria
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