Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      BADILO — DAF1LA
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      volte in voga come presso gli antichi, se giudichiamo dalla frequente menzione che ne fanno gli scrittori dal noto proverbio o asso o sei, per dire o tutto o niente, che ne è derivato ed anche da quel cenno che ne fa Dante là dove dice:
      Quando si parte il giuoco della zara, ecc.
      essendo la gara uno de' giuochi che si fanno coi dadi. Noteremo solamente che la differenza che passa tra il modo di giuocare degli antichi e quello dei moderni consiste principalmente in ciò, che questi giuoearono e giuocano per lo più con due soli dadi senza mescolanza di aliossi, mentre quelli adoperavano tre tessere, frammischiandovi spesso un certo numero di dadi. Del rimanente pare che il giuoco dei dadi, come tutti i giuochi di puro azzardo, cada ogni giorno più in disuso fra la gente educata; ed a ragione, poiché non vi ha giuoco che più di questo dia luogo alla frode, molti essendo i modi di falsificare i dadi a danno degl'inesperti (V. Boccardo, Feste, giuochi e spettacoli).
      BADILO. V. C&nfogene.
      DADO (archit.). — Parallelepipedo o prisma a bac e rettangolare quadrata, e talvolta anche poligona, ovvero cilindro che, con un basamento ed una cornice, costituisce il piedestallo, e serve di appoggio alle colonne di un ordine, alle colonne monumentali, o a sostegno di statue, vasi e qualsivoglia altro oggetto isolato.
      Sulla forma, sulla proporzione e convenienza dei dadi, quando fanno parte principale del piedestallo impiegato negli ordini architettonici si parlerà sotto Piedestallo (V.); qui diremo solo che i dadi dei monumenti isolati debbono avere le forme e le pro-jjorzioni che esigono gli oggetti cui servono di appoggio, ed essere più o meno ricchi ed ornati, secondo la maggior importanza dei monumenti. Nell'architettura egizia il dado formava una parte essenziale, perchè si vede quasi sempre sovrapposto al capitello della colonna per servire come di pulvinare all'architrave o alle piattabande.
      Questi dadi a base quadrata non avevano sempre l'altezza in rapporto costante con quella della colonna ; ma essa dipendeva dalle circostanze particolari dell'edificio e dall'arbitrio dell'architetto, come doveva essere in un sistema d'architettura non assoggettato a regole universalmente adottate e invariabili. Alcuni moderni impiegarono i dadi come ornamento in certe opere di carattere rustico, formando i fusti delle colonne con varii pezzi cilindrici o tamburi, e frapponendo alternativamente un dado fra due tamburi; ma tali innovazioni, più capricciose che necessarie e più bizzarre che ragionevoli, nulla giovano od aggiungono all'arte, e perciò sono meritamente riprovate dalla sana critica e dal buon gusto.
      È inutile far osservare che ne' monumenti isolati si deve sempre preferire pei dadi la base quadrata o rettangolare, come quella che offre la miglior condizione di stabilità, purché circostanze particolari non costringano ad operare altrimenti.
      DADDCHI (archeol.). — Sacerdoti di Cerere. Questa dea avendo perduta la figliuola Proserpina, cominciò, secondo i mitologi, a cercarla sul cominciar della notte. Accese pertanto una face e si mise invia; quindi è ch'ella viene sempre rappresentata con una torcia in mano (V. Cerere). In memoria di ciò, ubavano i sacerdoti della dea nelle feste e nei sacrifizii di correre nel tempio con torce in mano. Uno di essi prendeva una torcia di sull'altare, e portandola in mano, correva fino a un certo luogo del tempio, dove rimettevala in mano ad un altro che la consegnava a un terzo, e così via via. Per tale cerimonia questi sacerdoti furono denominati daduchi, S«5ouy«', ossia portatori di face, da Sa?, contrazione di Sotic, face, ed éyt», io ho o tengo.
      Gli Ateniesi davano il nome di daduco al sacerdote supremo di Ercole.
      DEDALEA (hot.). — Genere di funghi, che crescono sulla scorza delle quercie e dei salici.
      DAENDELS Erm. Guglielmo (biogr.). — Generale olandese, nato nel 1762 ad Hattem nella Gheldria, morto nel 1818, prese parte ai torbidi scoppiati nel 1787 ne' Paesi Bassi, per guisa che fu costretto a riparare in Francia, e nominato colonnello d'un corpo franco, prestò valido ajuto a Dumouriez nella sua campagna del 1793 contro l'Olanda, e fu promosso al grado di generale di brigata. Dopo che Pichegru si fu impadronito, nel 1794, di tutta l'Olanda, Daendels entrò, in qualità di generale luogotenente, al sei-vizio della Repubblica batava, e comandava, nel 1799, una delle due divisioni ba-tave che, con una terza, sotto il comando supremo dell'allora generale e poscia maresciallo Brune, sconfissero e costrinsero a capitolare gl'Inglesi ed i Bussi sbarcati in Olanda. Allo scoppiare della guerra dell'anno 1806 egli offrì al re d'Olanda i suoi servizii, conquistò la Frisia orientale, e divenne governatore generale di Munster. Sulla fine del medesimo anno il re lo nominò generale della cavalleria olandese, maresciallo d'Olanda nel febbrajo del 1807, e governatore generale, nel 1808, dei possessi batavi nelle Indie orientali. Ei governò per lo spazio di quattro anni con saviezza e moderazione l'isola di Giava, e l'opera ch'ei pubblicò sulla sua amministrazione (Staat der Nederlandschen òst-indischen Beeitzungen, 4 voi.) contiene documenti preziosi sulla statistica e lo stato morale di quella contrada. Dopo il suo ritorno dalle Indie ei fece la campagna di Russia, segnalandosi in molte battaglie, e seppe tenere il fermo, come governatore di Modlin in Polonia, finché tutto andò perduto. Rimpatriatosi nell'autunno del 1814, il re d'Olanda, Guglielmo I, gli affidò l'amministrazione delle ricuperate colonie sulla costa d'Africa, ove morì.
      Vedi Raffels, History of Java (Londra 1817).
      DAF1LA (eool.). — Specie d'anitra conosciuta col nome di dafila caudacuta, e volgarmente chiamata anitra codilanea o anitra di coda lunga. Abita nelle parti settentrionali dell'Europa e dell'America : è assai numerosa nelle due stagioni del suo passaggio in Francia e in ^Olanda, come pure in Alemagna, e sverna nelle parti meridionali d'Europa, perciò anche in Italia. Bonaparte (Specchio cowp.) dice che nell'inverno non è molto rara ne' dintorni di Roma.
      La dafila caudacuta è principalmente notabile per lunghezza di becco e di coda. Si pasce d'insetti e di piante acquatiche. Nella stagione dell'amore il maschio usa d'alzarsi improvvisamente ritto sul-
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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