Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DAFNEn
iliese Briasside, i cui lavori godettero lunga rinomanza a Rodi ed altrove (Clem. Alex., Protr., § 47\ Libanio ce ne lasciò minuta descrizione ( Moiiod. de daphnao tempio, ni, 334), asserendo che il nume era rappresentato con un'arpa fra le mani e qua i in atto di cantare (iwx« aWri fis'Xoc, rassomiglia a chi canta un canne), ed Antioco IV l'Illustre (Epifane), regnante dal 174 al 164 avanti Cristo, all'or mentovato culto di Apollo associò nel santuario di Dafne quello pure di Giove, ergendo a questa suprema divinità, con cui smaniava d'identificarsi, una statua colossale d'avorio ed oro, somigliante all'impareggiabile dell'olimpico Giove di Fidia. A rendere poi l'opra compiuta v'introdusse anche gli olimpici giuochi, come dalle medaglie ancor esistenti d'Antiochia (Moller, Antìq. Antiochena, p. 64, nota 12), ed eziandio dalle notizie trasmesseci in propo ito dal diligente Ateneo (ivi, nota 13). Ques ti pochi cenni ponno bastale a porgere qualche contezza del famoso santuario all'epoca dei Seleucidi e delle sue relazioni religio-e coi Greci orientali, prima che i Romani occupassero la Siria, aggiungendo inoltre chela strada tra esso ed Antiochia, la quale passava pel sobborgo intermedio di Eraclea, era fiancheggiata da giardini, fontane e splendidi edifizii, adatti alle feito.e processioni, che affollate erompevano dalle porte della città per recarsi a quel sito sacro ai piaceri. La celebrità di Dafne non scemò punto sotto il dominio romano, sendosi conservata illesa da Pompeo (60 avanti Cristo) fino a Costantino (312 dopo Cristo), ossia pel volgere di circa quattro s e-coli ; sembra anzi che Pompeo avesse notevolmente ampliato il sacro recinto, dandogli la circonferenza di 80 stadii (14 chilom. giusta il racconto di Strabone (l. c.; Eutrop., vj, 14) ; e parecchi acquidotti di Antiochia, costruiti dagl'imperatori romani, si congiungevano colle fonti di Dafne (Maiala, p. 243, 278).
Il governo di Trajano fu notevole nei fasti locali per il ristauro degli edifizii s crollati da un tremuoto; quello di Commodo ancor più per l'istituzione o piuttosto pel ristabilimento dei giuochi olimpici periodici in Antiochia, dappoiché lo stadio di Dafne era lizza di festive contese; e questo si fu il tempo esiziale di quella corruzione di costumi detti dafnici da Marco Antonino (daphinici mores), per cui e soldati ed imperatori romani perdettero la gagliardia dell'anima e del corpo. La decadenza di Dafne ha per data l'impero di Giuliano, detto dagli scrittori ecclesiastici l'Apostata (361-363 dopo Cristo), per i falliti conati del quale la rabbiosa lotta tra pagani e cristiani finì colla vittoria di questi ultimi. Il gran Costantino, regnante dal 306 al 337 dopo Cristo, ma caldo favoreggiatore del cristianesimo dal 312 in poi, aveva fatto ergere di già una statua ad Elena sua madre nell'antico santuario di Apollo e di Giove, ed il tetto della cattedrale di Antiochia era di legno di cipresso, estratto dai boschi di Dafne, floridissimo sobborgo o meglio città suburbicaria, che sotto l'imperatore Zenone (474-491 dopo Cristo) fu ridotta alla condizione di ordinaria città della Siria, e cessò dal richiamare la pubblica attenzione. Fra i moderni viaggiatori, Pococke e Richter fissarono l'area di Dafne a Beit-el-Maa, la cui distanza dall'odierna Antukia corrisponde alle antiche misurazioni, edove rinvengonsi alcuni mi eri avanzi vicino a molte e copiose fontane. Forbiger invece (Alte geographie, voi. ii, p. 657) è di parere con Kinneir ch'essa sia veramente a B ibita; ma sebbene l'identità di questo nome con quello di uno dei più insigni vescovi antiocheni, che fu il mai tire san Babila, morto in carcere nella ferociss ima per? ecuzione di Decio (249-251 dopo Cristo), renda alquanto probabile cotesta opinione, la distanza però da Antiochia è soverchia, ed è preferibile la congettura dei primi due vis itaT tori. Non abbiamo peranco particolareggiate notizie sui ruderi di Dafne, e Poujoulat nelle sue Memorie (Corr. d'Orient, vili, 38) si accontenta di dire: « Accanto alla fontana più profonda di Bcit-rl-ftlaa scorgonsi massicci rimasugli di un antico edilizio, che io, quando fossi antiquario ed erudito, potrei forse addital e quali reliquie del tempio di Apollo ».
Vedi: Richter Ottone Federico, Wallfoìirtm in Morgenlande (Berlino 1823) — Chesney, Euphrates expedition (Londra 1850) — Miiller, Antujuitates antiochena (Gottinga 1839) — Conybeare e Howson, L'fr. and epistles of St-Paul (Londra 1852; vi è in compendio la storia di Antiochia e del suo contado).
DAFNE (Daphne) bot. e mat, med.). — Genere di piante appartenente all'ottandria monoginia del sistema sessuale, alla famiglia delle timelee, e che di tinguesi per i seguenti caratteri: perigonio a sottocoppa, marcescente, col lembo quadrifido ; otto stami inclusi, bi-.seriali (i quattro inferiori più brevi), inseriti al tubo del perigonio, con filamenti brevissimi e antere introrse, a due logge, che si aprono per una fessura longitudinale : disco carnoso, ipo-gino, cupoliforme, guainante la bas e dell'ovario ; ovario ovoide od ellis oide, sub-stipitato; stilo breve o quasi nullo, terminale : stimma quasi emisferico, peltato; fruttodrupa nuda, mono pernia.
Questo genere comprende circa quaranta specie sparse nelle varie parti del mondo, e che sono frutici o suffrutici, a foglie persistenti o non persistenti, sessili o brevemente picciuolate, alterne od opposte; fiori laterali o terminali, ovvero ascellari e terminali, spesso odorosi, ordinariamente privi di brat-teole, subsessili e fascicolati, raramente disposti a grappolo, precoci in alcune specie, rosei o bianchi o violacei. La corteccia, le foglie e i flutti di queste piante contengono un principio acre e caustico, e tuttavia alcune di esse vengono educate nei giardini in grazia del soave olezzo dei loro fiori o per l'eleganza del loro fogliame. Le specie più interessanti sono:
Dafne mezereo o Laureola femmina oTIraela (daphnemezereumL.). - - Piccolo frutice a radici striscianti : fusti eretti, ramosi, colla corteccia liscia, verdiccia; rami gracili di color grigiastro o verde-olivo ; foglie caduche, sottili, alterne, lanceolate o spatolate, glauche inferiormente, che svolgonsi dopo i fiori; fiori sessili, laterali, in numero di tre a quattro per cadun fascetto, per lo più di color rosso, talvolta bianchi; drupa del volume di un pi elio, ordinariamente rossa, talvolta giallognola.
Ques ta specie nasce nelle selve fredde ed umide di quari tutta l'Euiopa; fiorisce in marzo ed in aprile, anzi talora in febbrajo, e viene coltivata nei boschetti di delizia per i suoi fiori, che esalano un odore simile a quello del giacinto, ma che può
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