Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DAFNEFORIAcagionare vertigini e dolori di testa. 1 frutti sono dotati di virtù purgante attivissima, e tuttavia in Russia il volgo li adopera qual rimedio efficacissimo contro l'idropisia e le scrofole, e sembra dimostrato da alcune osservazioni che il decotto della radice riesca vantaggioso nelle malattie veneree. La corteccia viene spesso adoperata come epispastico ; una piccola piastra di essa, macerata per alcune ore nell'aceto, applicata sulla pelle, coperta con foglia di edera e mantenuta in sito con opportuna fasciatura, presto l'arrossa e l'infiamma t rinnovando quest'apparato per alcuni giorni ottieni un esutorio all'in-circa della stessa larghezza della foglia d'edera sovrapposta al pezzo di corteccia. Siffatto mezzo opera lentamente, locchè può talvolta riescire profittevole, ed è da preferirsi alle cantaridi quando temesi la loro azione irritante sugli organi genito-orinarii. Ma d'altronde la lentezza con cui agisce questa corteccia ed il prolungato ardore che cagiona la rendono talvolta insopportabile. Si adopera spess o, per mantenere lo spurgo degli esutorii già stabiliti, la pomata di timelea, che preparasi facendo bollire la detta corteccia con sugna e cera.
      Dafne laureola o Laureola maschio (daphne laureola LA — Frutice conosciuto anche fotto i nomi d'erba cacona, olivello, pepe montano e dafnoide, alto da 0m,60 ad lm,20 ; fusti semplici o poco ramosi, eretti, colla corteccia di colore bruno-gialliccio, finalmente grigiastra, foglie persistenti, sub-coriacee, affa< teliate alla sommità del fu'to e dei rami, lucide, di color verde carico superiormente, pallido inferiormente, affatto glabre, lanceolate o lanceo-lato-oblunghe, sub-ottuse, spesso mucronulate, ristrette in un breve picciuolo: fiori di colore verdiccio giallognolo, quasi inodori, disposti a grappolo in numero di cinque a dodici brevemente picciuo-lati, nutanti : brattee ovali, od ovali-lanceolate, alquanto acuminate, concave, non persistenti, le inferiori molto più lunghe che i fiori; perigonio glabro, col tubo cilindraceo; drupe ellissoidi, nere alla maturità.
      Questa specie nasce nelle selve dell'Europa media e meridionale; fiorisce in principio di primavera; coltivaci nei boschetti pel suo fogliame denso e sempre verde, e serve spesso di soggetto per innestare altre specie congeneri più rare ; tutte le sue parti sono assai caustiche, e la corteccia può servire agli stessi usi della specie precedente.
      Dafne gnidio (daphna gnidi uni L.). — Frutice alto da 0m,60 ad lm,80; fusti e rami folti, eretti, cilindrici, gracili, con corteccia bruna o grigiastra; foglie lanceolate o lineari-lanceolate, strette, acuminate, mucronate, glabre, sessili, di colore verde pallido, molto appressate e cuoprenti; fiori piccoli, inodori, bianchicci o rossicci, col tubo alquanto turgido, puberuli esternamente, riuniti in piccoli corimbi alla sommità dei ramicelli, e talvolta anche ascellari in modo da formare una pannocchia più o meno lunga; drupe piccole, secche, rosso-nericcie.
      Questa specie è assai comune nell'Europa meridionale ; la sua corteccia è Applicabile ai medesimi usi di quella del dafne mezereo; anzi, ad onta della sua acrità, essa venne amministrata internamente, mista con altri rimedii, principalmente sudorifici, contro gli erpeti, le scrofole, i dolori osteocopi, ecc.
      Dafne odoroso (daphnee cneorum L.). — Piccolissimo frutice molto ramificato; radice napiforme; fusti adulti afilli inferiormente; rami di colore bruno o giallo-rossiccio, ascendenti; foglie lineari lanceolate, coriacee, strette, mucronate, sessili, glabre, di colore verde carico, dense, rosulate alla sommità dei rami dell'anno precedente ; fiori sessili, terminali, fascicolati, di colore roseo o porporino, odorosissimi : drupa secca, ovoide, di colore ranciato.
      Questa specie è aesai comune nei luoghi montuosi, massime negli ericeti dell'Europa media e meridionale, e viene pure coltivata per ornamento. Fiorisce in aprile e maggio, e talvolta di nuovo in autunno. Le sue foglie somministrano un colore nero. Si co-norce una varietà a fiore bianco ed un'altra a foglie screziate.
      Dafne delle Alpi [daphne alpina L.). — Piccolo frutice ramosissimo; fusti e rami diffusi od ascendenti, di colore cinericcio ; foglie lanceolate od ovato-lan-ceolate, sub essili, le giovani pubescenti, le adulte glabre, alterne ; fiori pubescenti esternamente, sessili, di colore bianco o roseo, riuniti in numero di tre a sei in fascetti terminali od ascellari; frutto piccolo ovale-oblungo, di colore rosso-chiaro.
      Questa specie nasce nelle Alpi; fiorisce da maggio a giugno ; rassomiglia alla specie precedente, ma è più bella, e perciò viene preferita per ornamento dei giardini.
      DAFNEFORIA (lat. Daphnephoria, gr. Aapwi^opa,
      da oerpv*), alloro, e cpopsw, porto ; la voce greca è sostantivo singolare e significa quindi cerimonia in onore di Apollo portando Valloro) (archeol.ì.— Festa in onore di Apollo soprannomato Ismenio o Galassio, che celebravasi ogni novennio dai Beoti nella loro capitale Tebe. Usavasi in essa di ornare un ramo di olivo con ghirlande di alloro e di fiori, e di poi vi in cima un globo di bronzo dond'erano so pesi altri globi minori. Nel mezzo collocavasi un gran numero di corone e un globo di grossezza inferiore, mentre il fondo era guernito di un drappo di color zafferano. 11 globo che era in cima rappresentava il Sole o Apollo; quel di mezzo la Luna, e gli altri le stelle; e le corone, in numero di 365, rappresentavano le rivoluzioni annue del Sole. Que to ramo portavasi in processione da un bel giovane di ragguardevole famiglia, i cui genitori fossero entrambi ancor vivi. Era abbigliato di ricche vesti che scendevano sino a terra, con capelli sciolti e sparsi, col capo coperto di una corona d'oro e con iscarpe ai piedi chiamate ipliicraiidce, da Ificrate ateniese, che ne fu l'inventore. Questo giovinetto chiamavasi daphnephoros (òafvr^ópoc), portatore d'alloro, e in quella occasione faceva l'ufficio di sacerdote d'Apollo. Era preceduto da uno dei suoi prossimi parenti che portava una verga ornata di ghirlande, e dietro gli veniva un drappello di vergini con ramoscelli in mano. In quest'ordine la processione avanzavasi verso il tempio di Apollo detto l^nienio, dove cantavansi inni supplicatomi al nume.
      Il celebre filosofo Proclo, fiorente nel secolo ? avanti Cristo, ci lasciò un'esatta relazione dell'origine e dei riti della festa nella sua Crestomazia grammaticale (KfrlcTou.«9s'.a Ypaauartx^, pag. 11), da cui risulta che gli Eolii di Arne nella Tessaglia e dei territorii adjacenti posero l'assedio, per ordine
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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