Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DAFNETINA — DAFNTAdell'oracolo, alla beotica Tebe, assalita contemporaneamente dai Pelasgi, e devastarono le terre limitrofe. Giunto però intrattanto il giorno in cui e gli assedianti e gli assediati celebrare dovevano una festività in onore di Apollo, si fece tregua, e gli nni e gli altri accorsero con rami d'alloro al tempio del nume. Ma Polemata, generale dei Beoti, ebbe una visione in cui gli comparve un giovane che gli consegnò una completa armatura e fecegli profferire il voto d'istituire una festa da celebrarsi ogni nove anni in onore di Apollo, durante la quale i Tebani si recherebbero al di lui tempio con rami d'alloro in mano. Tre giorni dopo cotesta visione, i due eserciti si misurarono di bel nuovo in aspra tenzone, e Polemata, rimasto vincitore, adempì al voto e si diresse al tempio di Apollo giusta il modo prescrittogli nella visione, e da quel di in poi l'istituita festa fu scrupolosamente osservata. Oltre alle cose da, noi accennate, sembra, secondo la testimonianza di Pausania, che tutti i fanciulli della città portassero ghirlande d'alloro in tale occasione, e fosse consuetudine per i figli di doviziose famiglie l'offrire tripodi di bronzo al dio, molti dei quali con-servavansi ancora nel costui tempio all'età del greco viaggiatore (170 dopo Cristo). Fra questi eravi pur uno che dicevasi dedicato dallo stesso Anfitrione, figlio di Alceo, reduce dalle lontane ed eroiche sue spedizioni, quando Ercole era dafneforo; il che attesterebbe la remota antichità di simile festa, qualunque ne siano stati poscia i cambiamenti.
      Eravi grande somiglianza tra la medesima ed Tin rito solenne osservato dai Delfii, i quali inviavano ogni nove anni a Tempe un sacro fanciullo, che percorreva la via sacra e se ne ritornava a casa portatore di alloro (3*'fvvispópo;), tra gli allegri canti delle donzelle e dei cori (Plut., Quasi, gr., 12). Compievasi tale cerimonia per commemorare la purificazione di Apollo all'altare di Tempe, dopo aver ucciso il serpente Pitone, e pel ritorno a Delfo con un ramo d'alloro colto in quell'amena valle. Sembra del pari che gli Ateniesi anch'essi avessero celebrato una festa di simile specie, ma non ne fa menzione che il solo Proclo succitato fap. Phot., p. 987), il quale asserisce che gli Ateniesi festeggiavano il settimo giorno come sacro ad Apollo, portando in giro rami d'alloro, adornando di ghirlande il canestrino e cantando inni in onore del nume. Intorno al carattere astronomico della dafne-foria scrissero Miiller ( Orchomp. 220) e Creuzer {Symbol, e Mithol., n, p. 160).
      Vedi : Leake, Travels in Northern Greece (Londra 1835, voi. 4 in-8°) ; Peloponnesiaca (ivi 1846, in-S°) — Ulriks, Reisen und Forschungen in Griechen-land ; Reise uber Delphi durch Phocis und Bceotien bis Theben (Brema 1840) — Brandis, Mittheilungen vùter Griechenland (Lipsia 1842, voi. 3).
      DAFNETINA (chim.\ — Prodotto dello sdoppiamento della dafnina, glucoside il quale, posto in certe condizioni, può fissare gli elementi dell'acqua ; e risulta dallo scindersi della dafnina in glicosi e dafnetina al contatto dell'acido cloridrico.
      DAFNI (stor. fav.). — Pastore di Sicilia, figliuolo di Ermete (Mercurio) e di una ninfa siciliana. Fu allevato dalle ninfe; Pane gl'insegnò a cantare e a suonare la zampogna ; e le Muse stesse lo istruiti uova Encicl. Itau Voi.
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      rono nella poesia. Aveva promesso ad Echenaide di amare lei sola, ma fu spergiuro e divenne cieco. Gli Dei avendo pietà della sua sventura, lo accolsero nell'Olimpo. Vuoisi che fosse l'inventore della poesia pastorale, nella quale alcuni poeti siciliani, e fra gli altri Teocrito, tanto si segnalarono. Teocrito e Virgilio hanno per riconoscenza celebrato la gloria e l'apoteosi di Dafni.
      Alcuni narrano che foss e amantissimo della caccia, e che alla sua morte cinque dei suoi cani si lasciassero morire rifiutando ogni alimento. Nel luogo dove egli morì sgorgò una fontana, presso la quale i Siciliani facevano ogni anno offerte e sacrifìzii (Elian., x, 18; Partenio, Erotica, 29j.
      Questo Dafni non è da confondersi con altro pastore del monte Ida, che ebbe lo stesso nome, e fu cambiato in rupe, come si ha da Ovidio (Metam.y iv, 275 .
      DAFNIA (Daphnia) (eool.). — Genere di crostacei dell'ordine dei branchiopodi, della sezione dei lofi-ropodi e del gruppo dei cladoceri. Questo genere è il più numeroso del gruppo, e non ostante l'estrema piccolezza dell'animale, le osservazioni dei naturalisti, e massime di Schoeffer, Ramdohr, Straus e Jurine il seniore, ne hanno fatto conoscere l'organizzazione e le abitudini. Le dafiiie hanno i remi sempre scoperti fino alla loro base od all'origine del loro peduncolo, lunghi o quasi lunghi quanto il corpo, divisi in due rami, di cui il posteriore è di quattro articoli ; occhio unico e piccolo o in forma di punta. A trattare minutamente delle particolarità di questi interessanti animali si richiederebbe troppo più grande sprzio che la natura di quest'opera non concede ; onde ai sovra citati autori e al Cuvier rimandiamo chi fosse vago di più larghe notizie. Ci ristringeremo però ad osservare che un solo congiungimento dei sessi basta a fecondare le uova per più generazioni successive ; che frequentissime sono le loro mude; che dapprima non depongono se non un solo uovo, poi due o tre, e via via progressivamente avanzando in età, finche in una sola specie (daphnia magna) il numero delle uova ascende a 58, e che gl'individui d'una medesima filiazione sono generalmente di un solo sesso, accadendo raramente di trovare due o tre maschi in una covata di femmine, e viceversa. All'appressarsi dell'inverno cessano le mude e la deposizione delle uova, e si vuole che il freddo distrugga gli animali, lasciando però illese le uova, che la geniale primavera fa poi schiudere a segno che gli stagni si riempiono di miriadi di dafnie, onde chi fosse armato di microscopio ne potrebbe trovare a dovizia in ogni fossa, in ogni stagno e in ogni serbatojo d'acqua. Assai numerose ne sono le specie, delle quali la più comune è la pulce acquatica (monoculuspulexlt.ì. Spregevole qualpuò sembrare questo minutissimo animaletto, esso è stato oggetto di speciale attenzione per Swammerdam, Needham, Leuwenhoek, Schoeffer, De Geer, Straus, e massimamente Jurine, i quali, insieme con altri naturalisti di gran fama, trovarono cose altrettanto interessanti relativamente allo sviluppo della vita animale nella mirabile organizzazione di questi esseri quasi impercettibili, quanto quelle che s'incontrano nei più grandi animali vertebrati.
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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