Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
D'AGINCOURT (GIAMBATTISTA LUIGI GIORGIO SEROUX) — DAGO
21
separata dalla Media Atropatene per mezzo del fiume Cyrus, oggidì Kur. Strabone ed altri scrittori esaltano la semplicità dei costumi e la vita patriarcale degli Albani, i quali preferivano all'agricoltura la pastorizia e la caccia, ma aveano il detestabile uso degli olocausti umani. Essi ebbero i loro re particolari, cui conservarono anche dopo che furono soggiogati da Pompeo; la loro stirpe sembra che esista tuttora nelle tribù denominate dei Lesghi o Lecki, i quali però avrebbero un carattere morale ben diverso dai padri loro, giacche, quanto sono intrepidi armigeri, altrettanto sono crudeli, brutali e indisciplinati. Quantunque il Daghestan faccia parte del Governo della Giorgia definitivamente ceduto dalla Persia alla Russia nel 1813, tuttavia le varie tribù che abitano sui declivii orientali del Caucaso non sono sottomesse che nominalmente, ed obbediscono ai loro capi particolari \V. Giorgia e Derbeudj.
La Russia ebbe a durare in questi ultimi anni a>pre lotte con gli abitanti del Daghestan. Molti capi del popolo, che non vollero piegare il collo al giogo russo, come Mullah Mohammed, Ghasi Mohanimed ed Imam Sclianiyl, hanno tratto sopra di sè, mediante i loro splendidi fatti d'arme, l'attenzione dei popoli occidentali. Eglino hanno fondato nel Daghestan una nuova setta dell'islamismo, la quale è assai affine al sufismo (V. Caucaso).
VediBodenstedt, Die Vólker des Kaukasus (Francoforte 1848 .
DA6INC0URT (Giambattista Luigi Giorgio SEROUX) (bicgr.j. — Antiquario, archeologo e numismatico francese, nato a Beauvais il dì 5 aprile 1730. Essendo di famiglia nobile, entrò giovinetto in un reggimento di cavalleria ; ma per dedicarsi all'educazione di due suoi fratelli minori e di sette suoi congiunti rimasti orfani in tenera età, abbandonò il servizio. Luigi XV, informato di questo suo atto generoso, lo nominò appaltatore generale, ufficio in cui molti altri si erano in breve tempo arricchiti. Egli consacrò una parte de' suoi guadagni all'educazione di coloro che aveva quasi adottati, e trovandosi poi libero ed ancora ricco, seguì la sua inclinazione per le belle arti, e fece acquisto di disegni, di quadri e d'incisioni, frequentando la società dei letterati e degli artisti più rinomati.
Nel 1777 visitò l'Inghilterra, l'Olanda, l'Alema-gna; ed il 24 ottobre 1778 partì per l'Italia, che elesse a sua seconda patria. Visitati nel 1781 Napoli, Pesto, Ercolano, Pompei, le badie di Monte-cassino e Subiaco, fermò stanza a Roma per mandare ad effetto l'idea che aveva da gran tempo concepita nella sua grande opera, V Hisloire de tart par Its monumens, dtpuis sa ddcadence nu IV sìècle jusquà sou rtnouvellement au XVI. Lungo sarebbe il far qui l'analisi di questo tesoro di ricerche di un'erudizione immensa, in cui l'autore si è mostrato dotto scrittore, critico manieroso, esatto annalista, in tutte le quistioni atte a diradare le tenebre che coprivano dodici intieri secoli, durante i quali l'arte era andata insensibilmente decadendo, per rinascere e perfezionarsi sotto il compasso di Bramante, il pennello di Raffaello e lo scalpello di Michelangelo. In essa D'Agincourt fece di ripigliare la storia dell'arte nel momentoin cui Winckelmann l'abbandonava, e di trovarne la continuazione nei più informi monumenti dei secoli di barbarie, e nelle più delicate produzioni delle arti, tali che le miniature nei manoscritti, i forzieretti, i tabernacoli con imposte, i dittici, dopo di aver esaminato le catacombe, le cattedrali, lo basiliche e tutti i resti delle arti del medio evo. Quest'opera monumentale in 6 voi. in-fol., ornata di 325 tavole, della quale Dufourny, socio dell'Istituto, fu l'editore, e che Treuttel e Wtìrtz pubblicarono con molta nitidezza e correzione, fu condotta a termine nel 1823; e poco dopo due traduzioni italiane ne vennero alla luce, una in Milano (Ranieri-Fanfani, 1825 e segg.\ e l'altra ancor più pregiata in Prato (fratelli Giachetti, 1826-30). Essa è senza dubbio il titolo principale di gloria del D'Agincourt ; gli amatori di arti belle lamentano però le troppo piccole dimensioni date nelle incisioni ai monumenti ritratti, per lo che riescono spesso di poco o nessuno ajuto alla dichiarazione del testo, ne forniscono al riguardante l'idea chiara dell'oggetto artistico.
Egli lasciò altresì un'opera intitolata Recueil de fraymens de sculplure autìque en terre cuite, 1 voi. in-4°, arricchita di 37 tavole incide (Parigi, Treuttel e Viirtz, 1814), di cui fu editore La Salle.
Vissuto quasi trentasette anni a Roma circondato dalla pubblica stima, D'Agincourt vi moriva in età avanzata il 24 settembre 1814. La sua sepoltura fu, contro l'uso, seguita da tutti i personaggi più ragguardevoli tanto del paese che stranieri che si Covarono in quei giorni a Roma, da tutti gli artisti più rinomati, e in particolare dal Canova, che lo teneva in gran pregio ; e gli fu eretto un mausoleo nella chiesa di San Luigi per cura dell'ambasciatore di Francia Pressigny, dell'Artaud segretario, del Thière direttore dell'Accademia di Francia in Roma, e di Paris architetto e suo amico.
I viaggiatori con una sorta di culto religioso con-duconsi tuttodì a visitare li bella sua abitazione sul pendìo della collina della Trinità dei Monti, in faccia all'antica dimora del Poussin e di Salvator Rosa, e del palazzo di Cristina di Svezia. Egli era solito a dire negli ultimi tempi della sua vita che niuno a Roma aveva mai fatto da cicerone quanto lui, e che perciò si era formato diversi itinerarii secondo il gusto delle persone e il tempo che si voleva impiegare nella visita di quella città. « Ho, diceva egli, un itinerario di quattro ore per coloro che non possono fermarsi di più, e questo è particolarmente ad uso degl'Inglesi, alcuni dei quali amano vantarsi di aver veduto Roma in questo spazio di tempo. Ne ho uno di un giorno per coloro che hanno meno fretta: un terzo di una settimana, uno di quindici giorni, altri di un mese, di un anno, di tre anni, e finalmente uno di trentacinque anni, e questo ò per mio uso ».
DAGO (yeogr.\ — Isola della Russia nel Baltico all'ingresso del golfo di Finlandia, giace tra i paralleli di 50° 41' e 59° 6' N., ed è divisa dal continento dell'Estonia all'È, da un canale lungo circa 20 chilometri. Essa ha un'area di circa 774 chil. q. ed una popolazione di 10,000 abitanti, la più parto svedesi. La superficie è bassa e boscosa, e il suolo generalmente sterile. Quest'isola l'u ceduta dalla Svezia alla Russia nel trattato di Nystadt nel 1791.
/
| |
Media Atropatene Cyrus Kur Albani Pompeo Lesghi Lecki Daghestan Governo Giorgia Persia Russia Caucaso Derbeudj Russia Daghestan Mullah Mohammed Ghasi Mohanimed Imam Sclianiyl Daghestan Bodenstedt Die Vólker Kaukasus Francoforte Giambattista Luigi Giorgio SEROUX Beauvais Inghilterra Olanda Alema-gna Italia Napoli Pesto Ercolano Pompei Monte-cassino Subiaco Roma V Hisloire Its Bramante Raffaello Michelangelo D'Agincourt Winckelmann Dufourny Istituto Treuttel Wtìrtz Milano Ranieri-Fanfani Prato Giachetti D'Agincourt Recueil Parigi Treuttel Viirtz La Salle Roma D'Agincourt Covarono Roma Canova San Luigi Francia Pressigny Artaud Thière Accademia Francia Roma Paris Trinità Monti Poussin Salvator Rosa Cristina Svezia Roma Inglesi Roma Russia Baltico Finlandia Estonia Svezia Russia Nystadt Strabone Giorgia Caucaso Essendo Luigi XV
|