Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DAHLGREN CARLO GIUSEPPE - DAHOMEY
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      DAHLGREN Carlo Giuseppe (biogr.). — Poeta svedese, nato a Quillinge nel Gothland il 20 giugno 1791, morto il 2 maggio 1844, fu edueato ad Upsala, studiò teologia e fu nominato nel 1829 predicatore nella chiesa principale di Stoccolma. Eletto deputato alla Dieta del 1829, 1834 e 1840, egli appartenne del continuo all'opposizione, quantunque si accostasse da ultimo nelle quistioni importanti al partito moderato. Come scrittore Dahlgren si fece primamente conoscere nel Poetisk Kalender d'Atterbom del 1813, e pubblicò dipoi, pressoché annualmente, poesie ora in questa, ora in quella forma. Troppo fecondo e perciò alcunché negletto negli ultimi anni della sua vita, nelle poesie e novelle de' suoi tempi migliori egli dà prova di una fresca, serena naturalezza, e si abbandona ad un humour inoffensivo in piacevoli scene idillico-burlesche. Molte delle sue poesie ri->nonano sulla bocca del popolo. Fin dal 1818 ebbe un premio dalla Società delle scienze e della bella letteratura di Gothenburgo, e l'Accademia svedese gli assegnò dipoi il premio Lundblad. I più perfetti dei lavori di Dahlgren sono : TJngdomskrifter (Stoccolma 1829) e Samlade Skrifter (ivi 1834). La sua commedia Argus i Olympen (ivi 1825) non fu bene accolta sulle scene. Oltre molte poesie stampate separatamente, come Odalgumman (ivi 1829), Aiuj-bdtssonger (ivi 1837), ecc., ei pubblicò pressoché ogni anno un Almanacco delle Muse contenente molte novelle e racconti comici, sotto i seguenti tìtoli: 0 poetisk Kalender fór poetisk Folsk (ivi 1821-22); Babels Torti (ivi 1824-25); Freja (ivi 1830-31); Aftonstjernan (ivi 1833); Morgonsfjer-ww (ivi 1833) ; Poetisk Sangkalender fòr 1837 (ivi 1836); Jung fr un i det gróna (ivi 1838); Tumme liten (ivi 1840;, ecc. Un'edizione di tutte le sue opere compiute fu pubblicata in 6 voi. sotto il titolo di Samlade Arbeten (ivi 1847-49).
      DaHLMANN Federico Cristoforo (biogr.). — Celebre storico tedesco, professore all'Università di Bonn; nato il 17 maggio 1785 a Wismar; morto il 5 dicembre 1860 a Bonn. Studiò a Copenhagen, ove fu laureato sulla tesi Primordio, et successus veteris co-maedia Atheniensium, e recitò le sue prime lezioni in latino sopra Aristofane. Nel 1813 andò professore straordinario a Kiel. e nel 1815 divenne segretario della, deputazione permanente dei prelati e cavalieri dello Slesvig-Holstein, coltivando in pari tempo la storia del medio evo, come dimostrano la sua Vita Ansgani, nei Monumenta Germania historica, le Forschungen auf dem Gebiete der deutschen Gè-Fichte (Altona 1822-23, in 2 voi.), e l'edizione della Cromk von Dithmarsen (Kiel 1827). Nel 1829 Dahlmann accettò poi la cattedra di politica all'Università di Gottinga, senza però trasandare l'istoria, alla quale rese un servigio segnalato con la sua stupenda opera Quellenkunde der deutschen Geschichte Gottinga 1830). Oltre di ciò, ei si adoperò con enerva tanto contro la reazione, come contro la rivoluzione, e cooperò grandemente all'effettuazione della legge fondamentale del 1833, per guisa che si procacciò la stima de' suoi concittadini e la confidenza dei Governi, e divenne uno dei personaggi più influenti dell'Università e dello Stato. I suoi sforzi pratici furono da lui teoricamente giustificati nel primo volume della Politxk auf dem Grund und dasMass der gegtbenen Zusltinde jsurUckgefilhrt (Gott. 1835; 3" edizione 1847), in cui, impugnandole teorie della sovranità popolare, si fa il campione d'una nobile e degna libertà. Quando il re Ernesto Augusto sospese, nel 1837, la costituzione, Dahlmann protestò coi due fratelli Grlmm e lo storico Gervinus, di che fu costretto ad abbandonar con essi e con altri l'Annover, recandosi a Lipsia e quindi in Jena, ove compose la sua Geschichte Ddnemarks fAmb. 1840-1^43, in 3 voi.), capolavoro storico. Molto grido levarono la sua Geschichte der englischen Revolution (Lipsia 1845, 3a edizione) e Geschichte der franto-s{schen Revolution (ivi 1845), ch'ei pubblicò dopo essere stato nominato professore di storia a Bonn. Ei prese anche parte essenziale alle adunanze dei germanisti a Francoforte nel 1846 ed a Lubecca nel 1847. La rivoluzione del 1848 lo chiamò alla vita pubblica, ed inviato alla Dieta nazionale, fu con Gagern uno dei capi della parte costituzionale e parlamentare che voi èva formare una Germania unita sotto l'impero prussiano ereditario. Ei fece parte, col presidente Simson, il vecchio Maurizio Arndt (V.), Biedermann ed altri, della deputazione che offri, il 3 aprile 1849, la corona imperiale a Federico Guglielmo IV di Prussia: e quando la Prussia rigettò, il 28 marzo, la costituzione dell'Impero, e la parte radicale ne approfittò pei suoi fini repubblicani, Dahlmann si pose con Gagern a capo del cosi detto Parlamento di Gotha, e fu poi presente a quello di Erfurt, aperto da Radowitz. Svanito i l disegno dell'unità germanica, ei si ritirò dalla vita politica per ripigliare i suoi studii storici.
      Dahlmann non è, come storico, popolare al paro di Schlosser, ed il suo stile ha un non so che d'esclusivo e di artificioso. Le sue opere storiche contribuirono però grandemente alla diffusione dei principii costituzionali in Germania. Come politico egli appartiene, col suo amico Gagern, ai caratteri politici più intemerati nell'istoria moderna dell'Alemagna.
      DAHLSTJERNA Gunno (biogr. . — Poeta svedese, nato il 7 settembre 1661, morto nel 1709. 11 suo nome originario era Eurelio. Fece una parafrasi del Pastor Fido del Guarini; ma la più celebre delle sue opere é il Canto della battaglia fra il Re (Carlo XII) e Mastro Pietro (Pietro il Grande).
      DAH0MEY (geogr.). — Regno di Negri situato fra terra nell'Africa occidentale, oltre quella parte della costa di Guinea detta Costa degli Schiavi. Confina ad occidente col regno degli Ascianti, da cui lo divide il fiume Volta. I suoi confini meridionali sono da 92 a 111 chilometri incirca dal mare, e vuoisi che il regno si estenda da 240 a 333 chilometri circa nell'interno, onde si accosterebbe alle montagne di Kong. La sua capitale Abomey giace ai 7° 59' di lat. N., e nel 1° circa di long. E.
      Si può dire che sul principio dello scorso secolo gli Europei ignoravano financo il nome di Dahomey. Egli è bensì vero che in Leone Africano troviamo menzionato, insieme con parecchi altri regni ch'ei dice situati a mezzodì della Nigrizia, quello di Dauma, che è senza dubbio lo stesso, e che in parecchie carte pubblicate verso il finire del secolo xvi e copiate probabilmente da quella del Sanuto pubblicata a Venezia nel 1558, Dauma trovasi appunto dove il regno di Dahomey viene cQllocato nelle cartQt^iOOQLe


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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