Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      PAIS — DAJAKA LINGUAeuropei che hanno riferito notizie intorno al Giappone diedero all'imperatore di esso il nome di Dairi, il quale non è, secondo gli ultimi ragguagli del signor Fraissinet, che la denominazione del palazzo in cui egli risiede. Quando i Giapponesi chiamano dairi il loro monarca, adoperano in modo figurato come i Turchi quando dicono Sublime Porta il loro Governo, applicando ad esso il nome della porta maggiore del serraglio. L'imperatore giapponese viene propriamente distinto col titolo di mi /cado, o figliuolo del cielo. Un tempo l'autorità del mikado o dairi era assoluta così nell'ordine religioso che nel civile, riputandosi esso di origine celeste e discendente dalla divinità nazionale Ten-sio-dai-sin ; ma dopo che nel 1143 uno di questi re-pontefici ebbe la debolezza di spartire la sua autorità con un capo militare, chiamato Jcubo, o sio-yun, perdette a poco a poco il suo potere, e fu ridotto alla semplice dignità di capo religioso, mentre i discendenti del kubo, consolidatisi colle vittorie, ottennero l'effettivo dominio. La residenza del mikado è a Miyako, seconda città dell'Impero nell'isola di Nifon, mentre la Corte del kubo è a Yeddo, capitale di tutto lo Stato (V. Giappone).
      DAIS (Dais) (bot.). — Genere di piante appartenente alla decandria monoginia del sistema sessuale, alla famiglia delle timelee, distinte per iFig. 2005. — Dais coti ni fol ia.
      A. Ramicello fiorifero di grandezza naturale. — B. Peduncolo a cui sonosi tolti i fiori per far vedere le forme del ricettacolo comune (ingrossato) ; a) una delle brattee dell'involucro; b) areole sopra le quali sono inseriti i fiori. — G. Un fiore intiero ingrandito. — D. Perigonio del medesimo, fesso longitudinalmente per mostrare l'inserzione degli stami. — E. Uno stame veduto anteriormente. — F. Lo stesso veduto posteriormente. — G. Pistillo ; a) ovario coronato di peli ; b) stilo ; r) stimma. — H. Taglio verticale di un ovario per far vedere l'ovulo sospeso alla sommità della loggia. — I. Porzione inferiore di un ovario tagliato orizzontalmente; «) parete; b) ovulo.
      seguenti caratteri : fiori ermafroditi, perigonio a sottocoppa, col lembo spartito in quattro o cinquelacinie e colla fauce non squamulosa ; stami da otto a dieci, biseriali, inseriti verso la sommità del tubo perigoniale, i quattro superiori sporgenti* ovario a un solo ovello ; stilo terminale filiforme' stimma capitato; drupa monosperma carnosa coperta dal perigonio, con nocciuolo osseo ; seme albuminoso.
      Questo genere comprende tre o quattro specie native delle Indie orientali o del Capo di Buona Speranza, e che sono frutici a foglie alterne od opposte ; fiori disposti a capolini terminali, solitarii involucrati ; invoglio fatto di quattro o cinque scaglie colorite, ampie, erette, conniventi ; peduncolo ingrossato alla sommità ; ricettacolo comune piano nudo, areolato. La specie seguente viene spesso coltivata nei giardini come pianta di tepidario.
      Dais a foglie di cotlno (dais cotinifolia L.). —Frutice alto più di 3 metri; rami lisci, dicotomi; foglie lunghe da 5 a 7 centimetri, coriacee, persistenti, glauche inferiormente, di un bel verde superiormente, glabre, opposte, ob-ovali, sub-acuminate, intierissime, cuneiformi alla base, penninervie, ristrette in un picciuolo brevissimo; capitoli molti-fiori, muniti di lungo peduncolo; perigonio assai vistoso, di colore roseo, setoso esternamente, col tubo lungo circa 25 millim., barbato alla base, gracile, dilatato alla sommità, coi segmenti obi ungili, acuti, tre volte più brevi del tubo ; scaglie dell'involucro ovali od ellittiche, sub-acuminate, brunicce, più brevi dei fiori, bi-seriali, le esterne setose anteriormente, le interne setose in ambe le facce. Questa specie nasce al Capo di Buona Speranza.
      DAITIÀ o DAIDIA \mitol.). — Nome generico di tutti i cattivi demoni originati da Atri e discendenti dei Barigiad, deità appartenenti ai Pitri. Uno di questi Daitia, di nome Erunio, consecrossi al culto di Brama, giurò vendicar la morte del fratello Eru-niachse, e fece una sì rigida penitenza, che Brama gli promise ch'ei non sarebbe stato ucciso ne dagli Dei, nè dagli uomini, nò dagli animali, nè di giorno ne di notte, nè dentro nè fuori di casa, si ch'egli, assicurato da siffatta promessa, commise ogni sorta di delitti, e si fece persino adorare come dio. 11 suo pio figlio Pragalide non deviò però mai dalle vie della rettitudine, e un giorno che il padre, battendo infellonito colla mano una colonna, chiese beffeggiando se Visnù onnipresente era anche in essa, il dio balzò fuori mezz'uomo e mezzo leone, e l'uccise sulla soglia del palazzo nel separarsi del giorno dalla notte. Pragalide sali sul trono paterno, ed è questo il quarto avatar di Visnù.
      DAJAKA LINGUA (filol\ — Lingua parlata dai Dajaki (V.) ed assai affine alla Malese (V.). Ha le seguenti lettere : a, a, bd, dj, e, y, h, t, j, k, l, m, n, vj, ny, o, p, r, s, t, fj, u, io. Le parole radicali sono la più parte bisillabe, come soryu, langit (cielo), tana (terra), bulan (luna), apang (padre), anale (fanciullo), pukul (battere) e tutor (parlare). Le parole derivate formansi per mezzo di prefissi, ad esempio, ka, pni pei sostantivi, be per gli aggettivi, men pei verbi. Tutte le parole sono del rimanente senza flessioni e il sostantivo non ha perciò veruna forma pel genere, numero e caso. Il plurale formasi con la parola kaid preposta, ad esempio olo (uomo), lutici olo ^gli uomini). Il geni-
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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