Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DAJAKI — DALAGOA (BAJA DI)
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tivo si conosce da ciò, ch'esso sta sempre dopo il sostantivo da cui dipende, il dativo dalla preposizione akan o dengan, e l'accusativo dalla sua giacitura (d'ordinario dopo il verbo). Gli addiettivi stanno dopo i sostantivi e non hanno veruna forma pel grado accrescitivo. Le parole numerali sono ifjj& 1, dud 2, telo 3, tìpat 4, limà 5, pjrhawni 6, vgju l^honja 8, gjelatien 9, sapulu 10. Essi stanno, come cardinali, davanti, e, come ordinali, dietro il loro sostantivo. I pronomi personali sono aiti, jaku, io, ikau, tu, iti, egli, ella, ikei, noi, Ice fon, voi, i&, àwen, eglino. La prima persona ha anche un duale: Jcoa, noi due. I dimostrativi sono: to, gjefo, questi, la gjeitì, quegli; i relativi atcatig, iqjà; gl'interrogativi tiwe, chi, kvoe, quale, narei, che. I verbi non hanno forma per la persona, il numero, il tempo e il modo, e la conjugazione « ffettuasi perciò mediante i pronomi e gli espletivi gjari pel preterito, e karti od akan pel futuro. 11 passivo formaci mediante la tramutazione del prefisso attivo men in in, ad esempio, injoho, esser mandato, da menjoJio, mandato. Gli avverbi, le preposizioni, congiunzioni, inteijezioni sono assai numerose.. Il principio del Pater nostcr suona : Apang ikei, igja huang sorga, aram imprasi, vale a dire: Padre nostro, clte in cielo, nome tuo sia-santificato.
DAJAKI (etnogr.ì. — Razza numerosa di Borneo, Celebe e altre isole dell'Arcipelago asiatico, sotto molti capi subalterni e un capo supremo, sono bellicosi e predoni, e vanno armati di scuri di elettissimo acciajo, di spiedi, di scudi concavi, di freccie avvelenate e di elmi di canne di bambù. Eglino Testono pelli di fiere, troncano la testa ai nemici uccisi, e ne estraggono il cervello. I fidanzati danzano prima insieme, indi mangiano dallo stesso piatto, e sono per tal modo promessi. I capi vengono seppelliti con le loro armi. Intorno alla loro lingua Tedi Dajaka lingua.
DAKKE ( Pscelcis) (geogr. ed archeol.). — Grande monumento che sorge a circa 74 chilometri di navigazione da Wadi-Essebnah nella pianura che la catena Libica, curvando^ ver^o il deserto, lascia sulla sinistra sponda del Nilo. Si trova nel *ito dove fu già la città chiamata Pselk, la quale gli antichi itinerarii dicevano distante 72 miglia romane da Siene. Il nome indica una forma d'Iside che aveva per carattere lo scorpione. Ma il tempio che ora rimane è sacro a Thoth; ed è il primo della Nubia, scendendo da Wadi-Halfa, che riferiscasi all'epoca greca e romana. Il tempio attuale si presenta con un propileo di bella costruzione in pietra arenaria, ma privo di sculture. Vi sono tuttavia alcune iscrizioni greche che esprimono atti di adorazione di privati al dio del tempio. Dopo viene un pronao a due sole colonne di ricco ornato, (die fiancheggiano la porta e si uniscono ai due baluardi dei lati per mezzo di muri intercolonnii che non si alzano oltre la metà delle colonne. Nel frontone è la dedica di Tolomeo Evergete II e Cleopatra, espressa in fonna di apostrofe al gran Thoth, THoro di Edfù. Ma siccome le interne pareti erano state lasciate vuote da questo re, furono adorne di non belle sculture nell'epoca romana sotto Augusto, od altro imperatore, chiamato Gran tempio. Mainnanzi Evergete II eravi stato aggiunto alcun ornamento da Tolomeo Filopatore e precisamente sugli stipiti della porta che introduce alla prima camera del tempio. A lui appartenevano pure alcuni quadri religiosi ora mutilati sulle pareti a contatto della porta. Tutto ciò fu aggiunto dopo per aggrandire il monumento di Ergamene, re etiope, contemporaneo a Tolomeo Filadelfo. 11 lavoro della costruzione, lo stile delle sculture accendano l'opera del re etiopico, anche senza le iscrizioni. Ergamene aveva costrutto quella parte che è ora divenuta il santuario del tempio, e l'aveva adorna di una magnifica porta in guisa di propileo, la quale rimane ancora intatta e coperta di sculture religiose. Alcuni avanzi d'antica costruzione che furono adoperati nella nuova c'insegnano che in quel luogo già esisteva un tempio sacro a Thoth del faraone Thutmes-Moeris.
Vedi: Gan, Antiquités de la Nubie — Rosellini,
I monumenti dell'Egitto e della Nubia (pai-te 3\ tomo unico).
DAKOTA (geogr.\ — Territorio degli Stati Uniti dell'America del Nord, confinante al N. col Dominion del Canadà, all'È, col Minnesota e con parto dell'Iowa, al S. col Nebraska ed all'O. col Montana e col Wyoming. Ad eccezione di una piccola pai-te irrigata dal Fiume Rosso e dal Minnesota,il Dakota appartiene al bacino del Missuri. Non vi hanno montagne importanti, ad eccezione delle Colline Nere ed un pianoro detto il Coteau des Prairies. Vi hanno parecchi laghi, fra i quali il Minniwakan o Lago del Diavolo. Finora il paese fu poco esplorato, ma la spedizione militare del generale Custer, nel 1874, ha fornito dati molto favorevoli a quella contrada. La popolazione è principalmente autoctona, di Sioux, Arikarci, Gros-Ventres e Mandani. La principale fattoria di bianchi, Yankton sul Missuri, non conta che poco più di un migliajo di abitanti.
DALAGOA (Baja di) (grogr.). — È situata sulla costa orientale dell'Africa meridionale, dove il 26° parallelo e il 33° meridiano s'intersecano. È a^sai grande, come quella che stendesi 31 chilometri e a levante a ponente, dal capo Ingack sino alla fooe del Fiume detto Inglese (English). A 33 chilometri al mezzogiorno di questa linea essa offre buon ancoraggio ai vaccelli della maggior portata, e f ara forse quando che sia un luogo importante, giacche non esiste fra essa e la Falsa Baja, presso la città del Capo, alcun porto in cui un vascello che peschi più di 2ra,45 d'acqua possa entrare, quantunque quella linea di costa sia della lunghezza di oltre 1573 chilom. Tre fiumi entrano in questa baja, e sono il Manice o fiume di Re Giorgio, il Fiume Inglese e il Maputa, tutti navigabili per buon tratto.
II Fiume Inglese è, propriamente parlando, un estuario, entro cui si ? caricano altri tre fiumi, alla distanza di 13 chilometri dalla baja. Sopra questo estuario, a 3 chilometri circa dal mare, sorge una fortezza portoghese, la più meridionale che il Portogallo possieda nell'Africa; ma è luogo miserabile, non consistendo che in due o tre case, la cui guarnigione si compone di tre uflìziali e di circa cinquanta soldati negli del Mozambico, con un governatore. La fortezza contiene soltanto pochi cannoni irrugginiti.
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