Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DALECARLIA — D'ALEMBERT (GIOVANNI LE-ROND)
la D. villosa, i cui rami hanno all'estremità un fascette di fiori chiusi fra due brattee.
DALECARLIA (Datarne (il paese delle valli), ed è una provincia della Svezia che si stende dai 60° 55' sino ai 62° ! 121 di lat. N. e dai 14° 50' sino ai 19° di long. E. Questa provincia confina al N. coll'Herie^alen, all'È, col Gertrikland, al S. col Westmanland, Ne-rike e Vermland, ed all'O. colla Norvegia.
La giogaja di montagne che divide le sorgenti dei due fiumi Dalelf dal lago Famund nella Norvegia s'inalza dai 900 ai 1200 metri sopra il livello del mare, ma si va digradando in colline prima di giungere al meridiano del lago di Silian. B paese attorno a questo lago presenta una gradevole varietà di colline, di valli e pianure che pel suo aspetto potrebbe paragonarsi alle regioni più bas' e della Svizzera. Tuttavia l'intiero paese conserva ancora una considerevole elevazione, poiché il lago di Silian trovaci a circa 170 metri al dissopra del livello del mare.
Come tutte le altre parti della Svezia, la Dale-carlia abbonda di fiumi e di laghi. Il fiume principale si è il Dalelf, il quale formasi e1 a due grossi rami che prendono origine nella giogaja di monti lungo la frontiera occidentale, e sono detti l'uno Oester Dalelf e l'altro Wàster Dalelf. Dopo la loro riunione il Dalelf corre a S. E. sino ad Avestad, poscia al N. E. verso il golfo di Botnia, e a 9 od 11 chilometri dalla foce forma la cateratta di Elf-carleby, degna di mettersi a paro della bellissima di Sciaffusa. Il lago di Silian è lungo dai 44 ai 46 chilometri, e in certi siti è largo 24.
L'inverno in questa provincia è lungo e rigido, e la state breve e calda. La coltura del frumento non vi riesce; ma all'incontro riesce quella dell'orzo e della segala, quantunque spesso ricevano danno dalle precoci gelate notturne dell'autunno. I prodotti dell'agricoltura non sono però sufficienti ai bisogni di quella scarsa popolazione : quindi uc ano di mescolare col pane una parte di tenera scorza di pino, la quale serve pure di alimento al bestiame ed ai porci. Ora la coltivazione della patata vi sta prendendo un rapido incremento.
Vi si allevano i consueti animali domestici, ma i porci vi sono piuttosto rari. Abbondanvi poi varie specie di selvaggina, come beccaccie, merli, oche, anitre e cigni ; e le vaste e numerose fore-te che coprono il paese fono popolate di orsi e di lupi. Queste foreste si compongono di betulle, fratini, tremule, pini e abeti; ma di rado crescono abbastanza per dar legname da costruzione. Presso Falun si trovano miniere di rame, d'oro e di solfo. Al nord di Ell'edalen, pre-so all'Oester Dalelf, vi hanno cave di un bel porfido, che un piccol numero di operai lavora in vasi, candelabri, ecc. di una grande eleganza. La popolazione della Dale-carlia ascende all'incirca a 130,000 abitanti, cioè un po' meno di quindici per ogni 3420 metri quadrati. Tranne i dintorni di Falun, luogo cui sono attratti dalle miniere, gli abitanti trovansi dispersi per tutto il paese in villaggi, alcuni dei quali sono anche di una considerevole grandezza. I Dalecar-liani si distinguono per istatura, coraggio, spirito d'indipendenza e franchezza di carattere. La parteche pre ero rotto Gustavo Wasa alla liberazione della loro patria dalla tirannia di Cristiano II è sempre fre-ca nella loro memoria e li rende alteri del loro nome. La Dalecarlia forma la sòttoprefet-tura di Stora-Kopparberg ; l'agricoltura vi ha fatto qualche progresso. Il governatore ha la sua residenza a Noor. Falun e Avestad sono però i due luoghi più importanti. Non si esporta altro che i prodotti delle miniere e selvaggina.
DALECHAMP o DALECHAMPS Giacomo {biogr.). — Botanico e medico france e, nato a Caen in Normandia nel 1513. Studiò medicina a Morapellieri, fu ammesso baccelliere sotto Rondelet nel 1546, e dottore nell'anno seguente. Ridottosi nel 1552 in Lione, vi praticò la medicina con molto buon successo fino al 158^, in cui finì di vivere. Univa a profonda cognizione di tutte le parti dell'arte sua, vasta erudizione con rara perizia delle lingue antiche; il perchè attese a spiegare con dotti commenti alcuni autori greci e latini, e scrisse particolarmente note sulla Storia naturale di Plinio. Die quindi in luce una sua versione latina d'Ateneo, col testo greco e commenti (Lione 1552, in-fol.), ed altra versione pubblicò pure di Dioscoride, adattandovi le tavole ridotte di Fuch«. ed aggiungendone dodici di nuove, rappresentanti altrettante piante curiose che aveva egli stesso scoperte.
La sua Historia generalis piantarmi in libros XV111 per certas classes artificiose digesta, opera che gli costò trent'anni di assidue cure, ed in cui alle scoperte botaniche già innanzi conosciute unì le proprie fatte nei dintorni di Lione e nelle Alpi, venne alla luce a Lione nel 1587, in 2 voi. in-fol.; parecchi esemplari però hanno la data del 1586. Quest'opera fu dappoi tradotta in francese da Giovanni Desmoulins, pubblicata a Lione nel 1615, parimente in 2 voi. in-fol., e ristampata con emendazioni nel 1653.
Dalechamps compose altresì un Trattato di chirurgia., ed un altro intitolato De poste, in tre libri ; tradusse in francese il Sesto libro di Paolo Egineta, che arricchì di commenti e di una prefazione intorno alla chirurgia; e diede un'edizione assai pregiata del Trattalo delle malattie acute, e di quello delle malattie croniche di Celio Aureliano. Questo valente botanico meritò che, sotto il nome di Da-lecnmpia, Plumier dedicasse alla sua memoria un genere di piante della famiglia delle euforbiacee„
D'ALEMBERT (Giovanni LE-ROND) (biogr.). — Uno dei più celebri matematici e filosofi del secolo xvm, nato a Parigi il di 16novembre 1717. Figlio naturale di madama De Tencin e di un Destouches, commissario provinciale d'artiglieria, soprannominato Canon, fu esposto sui gradini della chiesa di Saint-Jean-le-Rond, donde ebbe il nome.
Il commissario di polizia del quartiere cui venne recato, o rimane-se commosso dal gracile aspetto di quell'innocente, o fosse segretamente istrutto dai parenti di lui, invece d'inviarlo all'ospizio dei trovatelli, lo confidò alle cure della moglie d'un vetrajo, che gli fu assai più madre che nutrice, e che lo fece inscrivere sui registri (iella sua parrocchia sotto il nome di Giovanni Le-Rond, ch'egli cambiò poscia in quello di D'Alembert. Pochi giorni dopo la nascita I ài questo fanciullo, suo padre scemò la colpa dell'ab-
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