Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      D'AtÉMBERT (GIOVANNI LE ROND)
      bandono colTassicurargli una rendita annua di 1200 lire, bastante in quei tempi a mettere al coperto dai bisogni.
      Giunto all'età di quattro anni, entrò in una casa d'educazione, e tosto si fece notare per facilità di apprendere € per rara applicazione, cosicché a dieci anni il suo precettore, benché uomo assai colto, dichiarò di non aver più nulla ad insegnargli. Ammesso all'età di dodici anni al collegio M avarino, si applicò talmente agli studii teologici, che i snoi precettori concepirono speranza di vedere in hii un nuovo Pascali ma appena cominciò gli studii matematici, se ne invaghì per modo che abbandonò del tutto le questioni teologiche, e deluse le speranze de' Giansenisti che lo preconizzavano loro sostegno da un commentario che nel primo anno di filosofia egli aveva fatto sull'epistola di san Paolo ai Romani. Uscendo di collegio studiò legge e divenne avvocato (1738); ma le sue predilette occut pazioni furono sempre le matematiche.
      Gli amici lo eccitavano a scegliersi uno stato, onde volse il pensiero e gli studii alla medicina, come la piò affine alle scienze fisiche ; ma non potendo durare nel proposito di lasciare per lungo tempo le matematiche, cessò di opporsi alle proprie inclina-àoni e si consacrò di proposito alle scienze in cui doveva primeggiare. Una memoria sui moti dei corpi solidi a traverso di un liquido, presentata nel 1739 all'Accademia Reale delle scienze, ed un'altra sul calcolo integrale, nell'anno successivo, lo fecero ascrivere fra i membri di quell'illustre Società. Nel 1743 pubblicò il suo Traiié de dynamique, in cui, per mezjx) di un principio che non è altro se non l'enunciato ingegnoso di una condizione del moto per se stessa evidente, potè ridurre alle leggi dell'equilibrio di un sistema di corpi la determinazione dei moti che deve concepire questo sistema. Un anno dopo uscì la sua Théorie de léqnilibre et du mou-vement des fluides, che è come una continuazione del precedente. In ambe le opere si ammira un ordine ed uniformità di metodi e tanta lucidezza nelle soluzioni, che Lagrangia disse, aver egli posto ime alle sfide e battaglie a cui per lo innanzi si abbandonavano i geometri per l'incoerenza dei loro principii. Successe a queste la sua Théorie généraìe des vents, che ottenne il premio dell'Accademia di Berlino, la quale per acclamazione si associò l'autore. Fra le Memorie dirette a quella dotta Società, oltre le due del 1746 e 1749 sull'analisi pura, e l'altra del 1748 sulle corde vibranti, attrasse l'attenzione dei geometri quella sul calcolo integrale a differenziali parziali, di cui Eulero si era occupato soltanto per incidenza e non ne aveva fatta veruna applicazione. Si occupò anche delle ricerche che compierono le scoperte di Newton sul moto dei corpi celesti, e contribuì potentemente a cangiare in teoria ciò che prima era solamente detto sistema; anzi mentre Eulero e Clairault vi lavoravano, ei diresse, nel 1747, una Memoria all'Accademia delle Scienze con una soluzione del famoso problema dei tre corpi, pel quale si determinano le perturbazioni che le attrazioni reciproche dei pianeti inducono nel moto ellittico che eseguirebbero intorno al Sole se non obbedissero che alla gravitazione verso quest'astro. L'assiduità de' suoi studii di parecchi anni su taliNuova E.ncicl. Ital. Voi,
      materie produsse la sua opera delle Beckerches sur différents points importants du systèrne du monde, la cui pubblicazione fu compiuta nel 1756.
      Pubblicò pure, nel 175*2, le sue Re eh er ches sur la précession des équinoxes et sur la nntation de Vaxe de la Terre, nella quale opera importante si trova la prima applicazione dell analisi alla determinazione generale del moto di rotazione dì un corpo di figura qualunque; onde tali ricerche segnano un'epoca memorabile nell'astronomia fisica è nella dinamica.
      Questi lavori furono quari gli ultimi ch'ei facesse in geometria; perocché, sebbene continuasse adv inviare alle diverse Accademie di cui era socio molte Memorie su diverse quistioni d'analisi e di geometria, sebbene trattasse in concorrenza con Clairault il problema della perturbazione degli astri e quello della figura della Terra, e sostenesse alcune difficili quistioni con Eulero e Lagrangia, tuttavia all'età di non ancora quarant'anni giunto ad un pocto così eminente fra i matematici del suo tempo, fu trascinato da Diderot in una nuova camera, associandoci a lui nell'ardita impresa di fondare la grande Enciclopedia del secolo xvm. Egli ne fece la famo a introduzione e gli articoli matematici; e d'allora in poi si diè a pubblicare diverse opere filo ofiche, storiche e letterarie, che vennero raccolte e date alla luce in Parigi nel 1805 sotto il titolo di CEuvres Httéraires (philosophiqites et histo-riques), ed in più completa edizione nel 1821, dal Bo sange, 5 voi. in-8°.
      Molto si gridò contro di lui perchè, lanciata la geometria e la teologia, si fosse aggiunto agli enciclopedisti ; con tutto ciò sembra che soltanto dopo la pubblicaz'one del suo carteggio con Voltaire e con altri si avesse fondato argomento di accagionarlo di opinioni eterodosse in materia di religione.
      Non è nostro scopo gindicare le dottrine di quest'uomo illustre; ci basti osservare che lo stesso vescovo di Limoges diceva, vivente il D'Alembert, * non conoscerlo personalmente, ma saperlo in fama di uomo di costumi semplici e d'illibata condotta; leggere egli le opere di lui, nè trovarvi altro che genio, profondità, varissime cognizioni e un buon sistema di morale ». Nè diverso è il giudizio di La Harpe. Noteremo infine che forse per essere state messe ne\Y Enciclopedia le opere matematiche di D'Alembert molto si citano e poco ^i leggono.
      Morì di male di pietra nell'età di sessantasei anni, il 29 ottobre 1783. Benché di ristretta fortuna, il D'Alembert fu uomo benefico anche al di là de' suoi mezzi, e l'amore dell'indipendenza fu in lui eguale alla modestia. Sollecitato da Federico II, nel 1752, di accettare la presidenza dell'Accademia di Berlino in surrogazione di Maupertuis vicino a morire, ricusò quel po to dicendo che poco gli bastava per vivere, e che se un giorno fosse costretto di abbandonare la Francia per le persecuzioni ehe gli si muovevano, pregherebbe soltanto Federico di lasciarlo andare a morire libero e povero nei suoi Stati. Ricusò parimente le grandiose offerte' di Caterina II, che nel 1762 gli fece proporre di' assumere l'educazione del granduca suo figliuolo,-con grandi onori ed un assegnamento annuo di-lire 100,000. Questo rifiuto, motivato sul pretesto:
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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