Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
34 DALEMINZI — DALHOUSIE (MARCHESE ANDREA BROUN RAMSAY DI)
di debole salute, diede occasione al granduca di scrivergli, « esser questo il solo cattivo calcolo che avesse fatto in tutta la sua vita ». Dagli stranieri egli non volle nulla che potesse esigere da lui qualche sagrifizio; e perciò, tranne una piccola pensione di 1200 lire che il re di Prussia gli volle dare a malgrado del suo rifiuto della presidenza, non accettò altro che titoli accademici, fra i quali si vuol notare quello di socio dell'Istituto di Bologna che gli venne da Benedetto XIV.
Come segretario dell'Accademia francese, posto cui fu eletto nel 1772, D'Alembert scrisse settanta elogi di accademici morti dal 1700 al 1772, contenuti in 6 voi. in-12°, tra cui si osservano quelli di Massillon, Fléchier, Bossuet e Fénélon. Il suo fu letto all'Accademia delle Scienze da Condorcet e all'Accademia Francese da Marmontel.
DALEMINZI (etnogr.). — Ramo della grande famiglia slava, apparteneva agli Slavi denominati Glomazi, dalla fontana miracolosa Glomuzi, e dimoranti fra l'Elba sotto Scharfenberg fino a Chemnitz,e di colà fino a Leissnig, Grimma, Kohren e Strehla. I Daleminzi formavan parte, per avventura, dei Sorbi, i quali migrarono fra il 612 e il 641, divennero gli antenati dei Serbi, e vuoisi dessero il nome alla Dalmazia. I Daleminzi rimasti fra l'Elba e Chemnitz furono vinti e fatti tributarii, nell'856, da Luigi re dei Tedeschi. Dopo la battaglia di Ebsdorf eglino assalirono, in un coi Boemi e i Sorbi, i Turingi, ma furono sconfitti nella valle Saal dal duca Poppo sui confini sorbici. Nel 909 combatterono come mercenarii degli Ungheri contro Enrico l'Uccellatore, il quale, durante un'armistizio con gli Ungheri, conquistò, nel 927, la città dei Daleminzi, Grona sulla Mulda. Sotto il margravio di Misnia eglino si accomunarono coi Tedeschi.
DALEMINZITE (miner.). — Varietà di solfuro d'argento, isomorfo colla calcosina, e simile nell'aspetto alla stefanite, che trovasi nella miniera di Him-melfahrt presso Freyberg.
DALEN (van) Antonio {biogr.). ~ Archeologo e filosofo olandese, nato ad Harlem 1*8 novembre 1638, morto nella stessa città il 28 novembre 1708, attese da principio, per voler dei genitori, al commercio, ma non appena potè esercitare liberamente la sua volontà, lasciò gli affari per coltivare le scienze. Ei fu per qualche tempo predicatore dei mennoniti od anabattisti pacifici, cui apparteneva la sua famiglia, ma abbandonando dipoi la teologia, si addottorò in medicina ed ebbe la direzione dell'ospizio d'Harlem. Le opere di Dalen dimostrano com'egli andasse fornito di cognizioni svariate; però sono composte in cattivo latino e difettano d'ordine e di metodo. Abbiamo di lui : De oraculis veierum etimi-corutn ecc. (Amsterdam 1683), nel quale l'autore toglie a dimostrare che gli oracoli non erano che un'impostura dei sacerdoti per isfruttare l'ignoranza e la superstizione dei popoli. Fontenelle ne ha dato un compendio in francese nella sua Histoire des oracles (Parigi 1707); Dissertationes de origine et progressi* idololatrice et superstitionum ecc., con alcune Lettere sul Pentateuco Samaritano con le Risposte di Stefano Morin (Amsterdam 1696) ; Dissertano super Aristea de LXX interpretibus ecc., con VIstoria delle cerimonie del battesimo appo gli
; Ebrei ecc., e una Dissertazione su Sanconiatone
(Amsterdam 1704), ecc.
Vedi Ledere, Eloge de Van Dalen, nella Biblioth. choisie, xvii, 309. DALHOUSIE (marchese Andrea BROUN RAMSAY di)
(biogr.). — Governatore generale delle Indie inglesi, nato nel 1812 a Londra, morto il 19 dicembre 1860 dopo una lunga malattia nel suo castello in Mid-Lotliian nella Scozia. Egli studiò all'Università di Oxford, ed assunse, alla morte di suo padre (1838), il titolo di conte Dalhousie nel tempo stesso che gli succedeva nella Camera dei Lordi. Nel 1843 ; entrò nel ministero di Roberto Peel con le funzioni di vice-presidente della direzione del commercio (board of trade), e fu incaricato nel 1845 dell'amministrazione superiore degli affari di Scozia, finché nel 1847 surrogò il visconte Hardinge nel governo generale delle Indie Orientali. Durante la sua amministrazione, che durò otto anni, dal 1848 al 1866, ! lord Dalhousie continuando la politica de' suoi predecessori assodò ed ampliò la potenza inglese nelle Indie. Dopo la battaglia di Guzzerate egli incorporò ai possessi inglesi il reame dei Siki (29 marzo 1849) e il vasto regno d'Oude (febbrajo 1856), rinomato nell'India per la fertilità del suo suolo e le sue ricchezze minerali. Nel 1852 la guerra fu. dichiarata contro i Birmani a cagione delle perdite sofferte dai negozianti inglesi nei paesi d'Ava. Le città di Martaban, Rangoon, Bassia, Pegu, ecc. caddero rapidamente e senza incontrar seria resistenza in potere degli Inglesi, i quali strinsero amicizia coi Talieni e i Carini, che formano i quattro quinti della popolazione dell'impero birmano. Finalmente il 20 dicembre 1852 lord Dalhousie dichiarò che avrebbe confiscato il Pegu ; ma una rivoluzione interna avendo dato un nuovo sovrano al regno d'Ava, questa minaccia non ebbe effetto e la pace fu ristabilita nel 1854. Inoltre fu repressa l'insurrezione delle tribù fanatiche dell'Imalaja, il Cabul sollecitò l'amicizia del Governo inglese, il khan tartaro di Cockan chiese uffiziali per disciplinare le sue truppe all'europea, e una strada di ferro fu cominciata fra Calcutta e Bombay. Nel rassegnare (marzo 1856) le sue funzioni di governatore generale dell'India nelle mani di lord Canning, il marchese di Dalhousie potè a buon diritto vantarsi in , una Memoria di avere aggiunto allo scettro d'Inghilterra, mediante la conquista o l'annessione pacifica, i regni di Labore, Nagpore ed Oude, i principati di ' Sattava, Ihansi, Berar e molti altri piccoli dominii; di aver gettato le fondamenta di una rete di strade ferrate che stendesi dal capo Comorin fino all'Indo ; di aver aperto il canale del Gange, il più grande del mondo, e di aver piantato a traverso l'India una linea telegrafica di circa 7000 chilometri. . Quest'uomo energico e risoluto erasi sciolto dalle pastoje della burocrazia e potè compiere per tal modo imprese vastissime; non vuoisi però tacerò che le riforme da lui dispoticamente introdotte ferirono i pregiudizii degli Indiani, e gli alienarono l'animo de'suoi soggetti, e che l'occupazione violenta del regno d'Oude diede origine alla recente terribile insurrezione degli Indiani, la quale, con tutto che spenta nel sangue, pare covi ancora sotto le ceneri. Non avendo lasciato eredi diretti, il titolo
/
| |
Prussia Istituto Bologna Benedetto XIV Accademia D'Alembert Massillon Fléchier Bossuet Fénélon Accademia Scienze Condorcet Accademia Francese Marmontel Slavi Glomazi Glomuzi Elba Scharfenberg Chemnitz Leissnig Grimma Kohren Strehla Daleminzi Sorbi Serbi Dalmazia Daleminzi Elba Chemnitz Luigi Tedeschi Ebsdorf Boemi Sorbi Turingi Saal Poppo Ungheri Enrico Uccellatore Ungheri Daleminzi Grona Mulda Misnia Tedeschi Him-melfahrt Freyberg Antonio Archeologo Harlem Harlem Dalen Amsterdam Histoire Parigi Dissertationes Lettere Pentateuco Samaritano Risposte Stefano Morin Amsterdam Dissertano Aristea VIstoria Dissertazione Sanconiatone Amsterdam Ledere Eloge Van Dalen Biblioth Andrea BROUN RAMSAY Indie Londra Mid-Lotliian Scozia Università Oxford Dalhousie Camera Lordi Roberto Peel Scozia Hardinge Indie Orientali Dalhousie Indie Guzzerate Siki Oude India Birmani Ava Martaban Rangoon Bassia Pegu Inglesi Talieni Carini Dalhousie Pegu Ava Imalaja Cabul Governo Cockan Calcutta Bombay India Canning Dalhousie Memoria Inghilterra Labore Nagpore Oude Sattava Ihansi Berar Comorin Indo Gange India Indiani Oude Indiani Fontenelle
|