Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DALMAZIAcanape e cotone per l'interno consumo, e in ispecie di canavaccio o traliccio, che lavorasi all'isola di Mertero, distante 30 chilom. da Sebenico, traendolo dai fili di ginestra, che vi è copiosissima. Intorno r Ile isole e lungo le coste copiosa è la pesca di ogni genere, e principalmente di sardelle, acciughe, i gombri o maccarelli comuni (scomber, scowbms), che pongo'isi in salamoja, e si trasmettono in Ancona, a Trieste e Venezia: nè vi è improduttiva li pesca dei coralli. Di miele e cera greggia si fa fran traffico, coltivandosi le pecchie su tutto il 1 ittorale e nelle isole, ed era celebre appo i Romani il miele della Dalmazia, conosciuto col nome di olintio (da Olynta, odierna Solfa, isola a pochi chilometri S. 0. da Spalato) e preferito all'imezio, che traevasi dall'Attica (dal monte Imetto, Hymrttus presso Atene, oggidì Telo e ^/atvo-F/mt). Animatissimo il commercio, specialmente il piccolo cabotaggio nell'Adriatico e nell'Arcipelago, e le principali esportazioni consistono in vini, frutta, olio, pesce salato, miele, cera, legname da co truzione e liquori, mentre le importazioni precipue sono: generi coloniali e manifatture inglesi e tedesche da Trieste, grano e bestiame da macello dalla Bosnia e dall'Erzegovina, e sale dalla Sicilia. Il valore annuo delle esortazioni si calcola di 15 milioni di franchi, e quello delle importazioni di 12; attivissimo il contrabbando lungo le coste e per le isole, la mercè di agilissime navicelle, costruite sui cantieri di Curzola e Traù,ove costruisconsi pure navi di lungo corso, per esempio, brigantini, golette, scune e polacche, e più ancora bastimenti velieri a due alberi, notissimi nell'Adriatico col nome di pielegki e trabaccoli, a poppa quadra o tonda.
La Dalmazia ha una popolazione di 456,961 abit., dei quali 234,334 macchi e 222,627 femmine. Metà della popolazione è di razza latina, e l'altra metà di razza slava purissima. Questa seconda dividesi in due rami: 1° Morlacchi, di schiatta bulgaro-slava, gente di gigantesca statura e forza erculea, che vive ancora nella primitiva sua semplicità patriarcale nell'interno della provincia in tutta la sua lunghezza di 400 chilometri dal N. 0. al S. E., e metà della larghezza, ossia 33 chilometri, essendo l'altra metà occupata dalle popolazioni marittime, le quali per lingua, usi, costumi, fogge e maniere sembrano una colonia di Veneziani. Notevoli più degli altri sono i così detti haiduchi abitatori delle montagne, uomini fieri e indipendenti, ma ospitali e generosi sotto le loro capanne, e vendicatori inesorabili delle oppressioni e dei soprusi. 2° I Montenegrini, ormai famosi nella storia dell'Europa orientale per l'eroica resistenza alle vessazioni tur-chesche, e per la indomabile costanza con cui mantengono alta la bandiera dell'indipendenza slava. Sono limitrofi ai Bocchesi od abitanti delle Bocche di Cattaro, con cui hanno, per la maggior parte, comunanza di religione e favella, ma sovènti zuffe e contese per materiali interessi. Parlano il puro ed armonioso serviano, il più schietto d'i dialetti slavi, che conserva religiosamente le impronte della primitiva lingua slava, ora esclusiva ai libri liturgici, mentre i Morlacchi e gli abitanti del littorale e delle isole parlano l'illirico, dialetto un po' corrotto col miscuglio di yocì italiane e turche, ma scrivonoil puro eerviano. La lingua predominante però è l'italiana, essendo quella di tutte le persone più o meno colte, della pubblica istruzione, degli uffizii, dei dicasteri e del commercio, e parlandosi su tutto il littorale e nelle isole e l'illirico e l'italiano, quest'ultimo alla veneziana, meno la medie pronuncia degli s e dei e. La religione del maggior numero è la cattolica, con un arcive covo residente a Zara, e i cinque vescovi suffraganei di Sebenico, Spalato, Lesina e Brazza, Ragusa e Cattaro. Il resto degli abitanti professa la religione greco-scismatica, a cui sono addetti m numero di circa 72,000 con un vescovo greco residente pria a Sebenico, e poscia trasferito a Zara, ove trovasi accanto al seminario per gli studenti di teologia cattolici, quello pure per i greci scismatici; sonovi anche 300 Ebrei, spar.-i per le principali città della provincia. Fiorente assai la pubblica istruzione, essendovi ginnasii e licei nelle quattro città circolari di Zara, Spalato, Ragusa e Cattaro, un seminario teologico, foggiato a norma della facoltà teologica dell'Università di Vienna, in cui studiansi profondamente le discipline teologiche pel corso di quattro anni, e nel quarto anno, fra le altre materie, anche l'agricoltura teorica e pratica. La Dalmazia va debitrice di siffatta istituzione al Governo austriaco, che intese provvedere per tal gui a la provincia di un clero dotto ed illuminato, che si facesse propagatore di vera civiltà anche nei più oscuri ed abbandonati villaggi, avendo persino soppresso il seminario illirico, in cui scarsamente e nel solo idioma illirico veniva istruito il clero per le popolazioni morlacche. Non vi è oggidì neppure un piccolo comune in Dalmazia, in cui non sianvi scuole elementari maschili e femminili, sussidiate dal Governo, ed i parrochi tutti hanno la sovrana autorizzazione d'insegnare anche le materie ginna-r siali, e per i chierici quelle eziandio del corso filosofico. Svegliatissimo ingegno hanno i Dalmati, e non furono mai infe
riori nel sapere agl'Italiani; basti citare l'insigne storico Lucio, il sommo tisico De Domini-, amico ed emulo di Newton, il profondo teologo Marulo, il giureconsulto Grisogono, il valentissimo matematico Boscovich, ed i celebri poeti latini Cunich, Zamagna e Gagliuffi, per persuadersi che la Dalmazia non difettò mai di egregi cultori delle scienze e lettere. Oggidì, oltre la letteratura greca, latina ed italiana, in cui si noverano parecchi scrittori esimii in versi e in prosa, è molto in onore fra i Dalmati anche la slava, come lo attestano varii eccellenti lavori di grammatica e lessicografia illirica, usciti dai tipi di Zara, Spalato e Ragusa.
La costituzione politica della Dalmazia è basata sulla legge del 26 febbrajo 1861. La Dieta è composta di 43 membri, compresi l'arciveseovo cattolico romano, il vescovo greco di Zara, ed i rappresentanti dei principali contribuenti, delle città e dei comuni. Alla Dieta Imperiale la Dalmazia fornisce cinque delegati. Zara è il capoluogo; e Benkovacz, Cattaro, Curzola, Imoski, Knm, Lesina, Macarsca, Ragusa, Sebenico, Sign e Spalato dànno nome ai db (retti amministrativi. Ad eccezione di Zara, Spalato e Sebenico, le città sono assai piccole. Meritano però ricordo Nona (inolia od Enona di Plinio), una delle più cospicue città dell'antica Liburnia, a 18 chilom. da Zara, possente e floridissima sotto
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